Cultura

A Bob Dylan il premio Nobel per la letteratura: "Ha creato una nuova espressione poetica"

Lo ha comunicato il Comitato dei Nobel a Stoccolma, l'annuncio è stato accolto dal boato dei presenti in sala. Sono vent'anni esatti dalla prima candidatura: nel 1996 fu indicato all'Accademia Reale Svedese come meritevole del prestigioso riconoscimento dal professore Gordon Ball

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STOCCOLMA -  Il Nobel per la Letteratura 2016 è andato a Bob Dylan per aver "creato una nuova espressione poetica nell'ambito della tradizione della grande canzone americana". Lo ha comunicato il Comitato dei Nobel a Stoccolma. L'annuncio è stato accolto dal boato dei presenti in sala. Che l'hanno saputo prima del vincitore. "Bob Dylan non sa ancora di aver vinto il Nobel per la letteratura" ha detto la segretaria dell'Accademia svedese, Sara Danius. Nessuno ha avvertito la leggenda prima dell'annuncio.

Che Dylan potesse vincere un Nobel era nell'aria da tempo ma in pochi avevano previsto che il comitato potesse decidere di estendere il prestigioso riconoscimento a un genere come la musica 'pop' (nel 2015 il premio è stato assegnato alla bielorussa Svetlana Alexievich per aver creato polifonie che rappresentano "un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo"). Dylan ha conquistato il Nobel a vent'anni esatti dalla sua prima candidatura, è il primo americano dai tempi della scrittrice Toni Morrison nel 1993, e il suo nome da oggi s'inserisce tra quelli di Saul Bellow, John Steinbeck e Ernest Hemingway.

Nobel per la letteratura 2016 a Bob Dylan: il boato in sala

Fu il professore Gordon Ball, docente di letteratura dell'Università della Virginia, a indicare Dylan all'Accademia Reale Svedese come meritevole del premio nel settembre 1996. A quella prima candidatura se ne aggiunsero poi altre da studiosi americani di importanti università Usa, ottenendo anche l'appoggio del poeta Allen Ginsberg.

All'epoca Ball spiegò che Dylan era stato proposto "per l'influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea". Dai primi anni 2000 il nome di Dylan è stato fatto più volte come possibile candidato, dodici anni fa il suo nome spaccò la giuria dei diciotto membri a vita dell'antica istituzione di Stoccolma. Quello per la letteratura è l'ultimo dei Nobel ad essere annunciato quest'anno. I sei premi saranno consegnati il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore Alfred Nobel, avvenuta nel 1896.
Robert Allen Zimmerman, nato a Duluth il 24 maggio del 1941, ha di nuovo spiazzato un mondo che non avrebbe scommesso sulla sua vittoria. Alla vigilia dell'assegnazione, questa era offerta 16 a 1 dalla sigla Ladbrokes ma fino a poche settimane fa il premio valeva 50 volte la scommessa. Così, come è stato per tutta la sua carriera, oggi qualcuno ha storto il naso alla notizia, altri, la maggior parte, lo hanno trovato giusto, un riconoscimento meritato.
Tra i molti riconoscimenti che sono stati conferiti a Dylan vanno menzionati almeno il Grammy Award alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize (ritenuto da alcuni equivalente del premio Nobel in campo musicale nel 2000, il Premio Oscar nel 2001 (per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe), il Premio Pulitzer nel 2008 (per "il potere poetico delle sue canzoni"), la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012 (ansa)
Dylan la storia della musica l'ha plasmata davvero e con scelte sorprendenti, partendo dal folk al quale ancora tutti danno il suo volto giovane con l'armonica tra le labbra e i capelli spettinati, per virare poi di colpo, con un'imprevedibile svolta elettrica negli anni '60, fino alla conversione al credo dei Cristiani rinati o al recente approdo agli spot pubblicitari, Victoria's Secret compreso. Un ribelle che non ama salutare, e menestrello resta la definizione più stridente per descriverlo. Dylan viene criticato, resta amato e il pubblico paziente di fronte al genio è andato in massa anche alla sua recente performance al Desert trip di Coachella, California, dove ovviamente ha di nuovo stravolto il suo repertorio. È salito sul palco senza salutare, è sceso nello stesso modo, dando le spalle. Facendo spallucce. Un festival importante, dove c'erano anche Rolling Stones, Paul McCartney, Neil Young.

Lo fece anche con il presidente degli Stati Uniti. Nel febbraio del 2010, Dylan si esibì per Barack Obama. Cantò a un evento riservato a pochi The Times They Are A-Changin. "È stato come ci aspettavamo fosse. Non è venuto alle prove. Non ha voluto fare la foto con me", disse allora Obama. Anche quella volta di fronte all'uomo più potente del pianeta, scese dal palco dopo aver distorto la canzone, gli strinse la mano, e andò via senza dire una parola.

Resta un gigante della cultura degli ultimi cinquant'anni. Come ha detto Bruce Springsteen nel discorso a gennaio 1988, alla cerimonia di inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame: "Bob ha liberato le nostre menti nello stesso modo in cui Elvis ha liberato il nostro corpo. Ci ha dimostrato che il fatto che questa musica abbia una natura essenzialmente fisica non significa che sia contro l'intelletto".

Nobel a Dylan, Assante: "Con lui la canzone pop è entrata nel mondo dell'arte"

Il Nobel per la Letteratura a Bob Dylan nel giorno della morte di Dario Fo. Nel 1997 Zimmerman era dato tra i favoriti e in molti ritennero che solo la sorprendente scelta di premiare Fo lo avesse privato del meritato riconoscimento: "Sarei proprio contento se fosse lui a vincere", aveva detto prima dell'annuncio della sua vittoria, "purtroppo temo che non avverrà perché da sempre vige la regola che quando si fanno previsioni, non si avverano".

LEGGI Nobel a Bob Dylan: quel concerto a Parma con Dario Fo in platea La prima che riesce a congratularsi è stata la presidente del Cile Michelle Bachelet. Le reazioni arrivano da tutto il mondo. Anche dal capo della Casa Bianca: "Congratulazioni a uno dei miei poeti preferiti, Bob Dylan, per un Nobel ben meritato", scrive Barack Obama su Twitter. "È una notizia che mi riempie di gioia, vorrei dire non è mai troppo tardi. Il Nobel assegnato a Dylan non è solo un premio al più grande scrittore di canzoni di tutti i tempi ma anche il riconoscimento definitivo che le canzoni fanno parte a pieno titolo della letteratura di oggi e possono raccontare, alla pari della scrittura, del cinema e del teatro, il mondo e le storie degli uomini", dice Francesco De Gregori. "Sono molto contento che il valore della canzone sia stato riconosciuto a livello internazionale e sia degno di un premio importante come il Nobel. Oggi, finalmente, è a tutti gli effetti una forma d’arte parificata a quella letteraria", dichiara Francesco Guccini. Per Mogol "Dylan ha meritato ampiamente il riconoscimento. Il premio rappresenta una grande apertura nei confronti della cultura popolare. Prima del 2000 le accademie non la tenevano nella giusta considerazione, come se fosse l'espressione del popolo bue. Ma, in fondo, anche Dante apparteneva alla cultura popolare".

Un tweet anche dal premier italiano Matteo Renzi e dal Ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini: "Il Nobel per la letteratura a #BobDylan! Il padre della canzone d'autore di tutto il mondo. Il portatore di valori per intere generazioni".
Non tutti l'hanno presa bene. Lo scritore scozzese Irvine Welsh ha reagito con rabbia. Ha scritto quindi una serie di tweet che hanno creato un'ondata di commenti. "Sono un fan di Dylan, ma questo è un premio nostalgia mal concepito strappato dalla prostata rancida di vecchi hippies balbettanti", scrive l'autore di Trainspotting. Che continua: "Se sei un appassionato di 'musica', cerca la parola nel dizionario. Poi cerca 'letteratura', quindi confronta le due cose". E anche in Italia si apre il dibattito, con Alessandro Baricco che si chiede che cosa c'entra Dylan con la letteratura.

Ma le reazioni più belle in rete sono della gente comune, quella che Dylan ha sempre descritto.
"Spero non ci siano critiche per questo premio", auspica Sara Danius, segretaria permanente dell'Accademia Svedese che assegna il Nobel. "Non è un atto rivoluzionario. Se si guarda indietro a 2500 anni fa, si incontrano poeti come Omero o Saffo che scrissero testi che dovevano essere interpretati o ascoltati anche con l'accompagnamento di strumenti musicali. Lo stesso accade con Bob Dylan. Noi leggiamo ancora Omero e Saffo e ci piacciono, anche Dylan può e dovrebbe essere letto oggi, perché è un grande poeta".

La saggista e docente universitaria va oltre, entra nel particolare: "Se si vuole iniziare ad ascoltare o leggere la sua poetica si potrebbe partire da Blonde on Blonde, album del 1966 che contiene molti classici ed è uno straordinario esempio del suo brillante modo di mettere insieme i versi e della sua visione delle cose". Danius fa sapere di non essere stata una sua fan ma di David Bowie, e ci tiene a ribadirlo, quella dell'Accademia non è stata una scelta rock'n'roll ma pensata a lungo, era nell'aria. Soffiava nel vento.
 
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