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"Non voglio che la vita si riduca ad aspettare il weekend o le vacanze estive": a 32 anni si licenzia e viaggia da sola

Diana Bancale

"'Cosa vuoi fare nella vita?' 'Boh, voglio lavorare il meno possibile'". Diana Bancale, 33 anni, intrappolata in un lavoro a tempo indeterminato noioso e soffocante, si era abituata a rispondere così a chiunque le facesse domande sul suo futuro. Era rassegnata a quel destino, finché un giorno ha deciso di licenziarsi e di seguire la sua vera passione: partire verso mete lontane, da sola. Oggi Diana è una blogger di viaggi e sul suo sito "In viaggio da sola" offre consigli ad avventurieri come lei, raccontando le sue esperienze. Viaggiare è diventato il suo lavoro, un lavoro che, però, racconta all'Huffington Post, la fa sentire libera.

"Ricordo il giorno in cui mi sono licenziata e ho riscoperto la libertà – scrive nel suo blog – La libertà di tornare a sognare, come quando eravamo piccoli. Quando pensavamo di poter diventare astronauti, se ci credevamo. E nessuno avrebbe potuto dirci il contrario, perché non lo avremmo preso sul serio".

"Voi lo sapevate che si può vivere anche senza lavorare otto ore al giorno col sedere incollato a una sedia? E che è possibile anche fare un lavoro che si ama? Se lo sapete già, siete fortunati. Io non lo sapevo e credevo che la vita fosse quella: solita routine per quaranta ore a settimana, quarantotto ore di 'ore d'aria' il weekend e così via, avanti per mesi fino al 'miraggio' delle ferie, che erano ormai diventate il mio unico obiettivo. Secondo solo all'altro obiettivo: la pensione. [...] Ho deciso che passare la mia vita a lavorare otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana, ad una scrivania di un ufficio non mio, in cui tutti gli sforzi fatti andavano alla fine solo a esaudire il sogno di qualcuno che non ero io e che probabilmente non potevo condividere in tutto, era un compromesso troppo severo da accettare per 1000 euro al mese".

Dal Canada alle Hawaii, dalla Grecia all'Andalusia: oggi Diana gira il mondo guadagnando, con i viaggi offerti dagli enti del turismo o con i blog tour, scrive articoli di viaggi per testate online e lavora come social media manager per alcune aziende. Può decidere di partire quando vuole, senza rendere conto al capo di turno o ai colleghi. E non si è mai pentita della sua scelta. "E come farai? E i soldi? Ma sei pazza a lasciare un contratto a tempo indeterminato?", questo le dicevano tutti, dopo il licenziamento. "Certo che sì – spiega Diana – Scusate, cosa è un contratto rispetto alla mia felicità e alla libertà di inseguire i miei sogni? Quanto tempo credete di avere per provare a realizzarli? L'unico momento per ricominciare daccapo è adesso".

Come è nato il tuo progetto?

"Ho studiato giornalismo, mi sono laureata nel 2007. Da quel momento in poi, per garantirmi uno stipendio 'normale', ho iniziato a fare tutta una serie di lavori, dall'impiegata alla receptionist. Ma non era quello il mio posto, lo sentivo: andavo in ufficio aspettando il venerdì, le ferie estive e poi quelle di dicembre. Prima di mollare ufficialmente il mio contratto a tempo indeterminato, avevo aperto un blog di viaggi in cui raccontavo le mie vacanze da sola. Alla fine ho deciso di licenziarmi e di dedicarmi interamente alla mia passione, alla cosa che più amavo fare e che invece stavo trascurando: viaggiare. Ho investito i soldi della liquidazione in un corso di marketing per formarmi, mentre il mio blog iniziava a crescere. Oggi non so descrivere la sensazione che mi dà sapere di poter prenotare un volo domani, se voglio".

Cosa si prova a viaggiare da sola?

"Ho un fidanzato e delle amiche, dunque non mi mancano i compagni di viaggio, ma preferisco viaggiare da sola: è un modo per mettermi alla prova. Quando torno mi sento più forte, più indipendente. Mi piace seguire i miei itinerari, senza rendere conto a nessuno, e superare le difficoltà che inevitabilmente si incontrano. Si sente dire che per una ragazza sia pericoloso andarsene in giro da sola, ma non è sempre così: basta prendere dei piccoli accorgimenti, come evitare zone isolate o vestirsi senza dare troppo nell'occhio".

Cosa diresti a chi si sente intrappolato in un lavoro e vorrebbe mollare tutto e partire?

"Quando la gente mi diceva: 'Devi seguire i tuoi sogni', non ci credevo, pensavo fosse una frase detta così, tanto per dire. Ora, invece, so che è la cosa più giusta da fare. Ma con qualche 'precauzione'. Non si può lasciare il proprio lavoro e andare all'avventura senza avere le idee chiare. Io, ad esempio, mi sono licenziata, ma ho investito le mie risorse economiche sulla mia formazione, sui miei sogni. Bisogna prepararsi. E avere costanza, se si vuole fare dei viaggi un lavoro: all'inizio è difficile, apri un blog e hai solo due visite al giorno. Non bisogna demordere, ma continuare a studiare, partecipare ai meeting, curare le relazioni, crearsi una rete. Dunque, partire sì, ma solo quando si ha un progetto. E quando si è pronti per farlo. Capire quando è il momento giusto per farlo è facile: quando la vita fa troppo schifo, e così non può continuare, quello potrebbe essere il momento giusto per cambiare".

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Una foto pubblicata da Diana Bancale (@inviaggiodasola) in data:

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