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Ferrovie Sud Est, i treni non sono sicuri: stop alle corse in Puglia. Pendolari in rivolta: "È caos"

Fermi in deposito 25 convogli, via libera solo per 4. Corse cancellate dopo la circolare del ministero: ruote e carrelli usurati. Ritardi per il maltempo con Trenitalia. Allerta massima dopo lo scontro del 12 luglio
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Nessun treno Atr partito e pendolari con i nervi a fior di pelle. Dall'alba le Ferrovie Sud Est sono paralizzate con enormi disagi per i pendolari. Dal deposito sono usciti soltanto il treno 1 e il 105 che partono su Bari alle 5,25. Altri due convogli sono partiti su Martina Franca. In totale hanno circolato quattro mezzi rotabili. Tutti gli altri 25 mezzi, gli Atr 220, sono bloccati.

Fermi in deposito per ordine dell'Ustif, l'ufficio ministeriale che vigilia sulla sicurezza sui binari, che ha inviato una circolare in azienda obbligandola a fermare tutti i convogli che montano ruote e carrelli usurati, problemi documentati durante un'ispezione del mese scorso. L'attenzione alla sicurezza è massima, soprattutto dopo lo scontro fra treni dello scorso 12 luglio e l'inchiesta della magistratura sulle responsabilità umane e le carenze di sicurezza sui binari pugliesi.

Il giorno nero del traffico ferroviario in Puglia però fa registrare un'altra emergenza. La linea Lecce-Bari è stata sospesa per alcune ore a causa del maltempo che ha provocato un guasto ai sistemi di distanziamento dei treni tra San Vito dei Normanni e Ostuni. Scariche atmosferiche hanno danneggiato alcuni apparati di circolazione tra le due stazioni, compromettendone il regolare funzionamento. Forze di polizia e i tecnici di RFI hanno presenziato i tre passaggi a livello nella tratta secondo quanto previsto dall'agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Coinvolti complessivamente 14 treni che hanno viaggiato con ritardi medi di un'ora e mezza.

Fse prova a reagire e organizza corse sostitutive attraverso i suoi bus, dichiarando che è saltato appena il 30 per cento delle corse. In realtà le tratte soppresse sono molte di più. Quei 25 Atr (20 in circolazione, altri cinque in manutenzione) rappresentano infatti il 70 per cento del parco rotabile delle Sud Est. Bloccare i treni polacchi significa paralizzare tutto il traffico della più grande ferrovia concessa d'Italia. Non a caso, lo stesso programma corse alternativo riprogrammato nelle ultime ore dall'azienda per ovviare al blocco dei treni non può essere rispettato perché mancano i convogli. La situazione, già pesante, rischia di degenerare, visto che lo stop imposto dall'Ustif prevede tempi lunghi con la necessaria sostituzione di tutti i carrelli e le ruote usurate.

Criticità già denunciate sia dalla ditta costruttrice (la polacca sia ) che dagli intermediari italiani che hanno venduto i convogli alle Sud Est (gli stessi finiti nell'inchiesta della procura di Bari sui treni d'oro, venduti a prezzi enormi alle Fse) e che fino a poco tempo fa ne gestivano la manutenzione, ovvero la Filben. Era stata la ditta bolognese, a luglio, a inviare una nota allarmante in cui, riprendendo la nota della Pesa, segnalava che la filettatura (lo spessore) delle ruote era inferiore a quella prescritta dalla casa madre polacca. Sul caso, però, l'Ustif non ha preso alcuna decisione..

Ora si impone il cambio totale delle ruote che richiede almeno un mese di tempo. Dall'azienda però si ribatte che quella filettatura riscontrata su 25 treni Pesa rientra nei limiti dei parametri di sicurezza italiani. "Avevamo già acquistato 80 ruote nuove - contesta Andrea Viero, commissario straordinario delle Sud Est - che ci sono costate 1 milione di euro. Stavamo cominciando a sostituirle quando è arrivato il provvedimento dell'Ustif". Un provvedimento che rischia di avere i suoi effetti peggiori da lunedì, quando riapriranno le scuole. Per cercare di evitare il peggio e sbloccare la situazione, in mattinata si terrà un incontro tra Fse e Ustif.

Intanto il blocco degli Atr manda su tutte le furie i pendolari. La frustrazione corre sul web, in particolare sui gruppi organizzati di Facebook e dedicati ai problemi delle Sud Est: "Cinque treni Martina-Bari consecutivi soppressi - dice Cosimo Vinci - che schifo". Più duro Alessandro Pecorelli: "Qui si rischia il posto di lavoro" denuncia l'utente del gruppo. "Ferrovie Sud Est, 365 giorni di disservizi, qui bisogna assolutamente unirsi e fare qualcosa di concreto - segnala Bernardo Iaffaldano - non se ne può più".
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