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Carmen Consoli in Salento: "La mia pizzica è rock"

La cantante è maestra concertatrice della Notte della Taranta. L'evento raccoglie fondi per i terremotati: "Abbiamo scelto artiste che si sentissero coinvolte in questa musica. Non per fama ma per passione"

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ROMA. "Questa tragedia che ha colpito il centro Italia ci ha colto drammaticamente di sorpresa. Vogliamo che questo evento possa fornire un aiuto concreto alle persone in difficoltà. Come dice Fiorella Mannoia, possiamo utilizzare la musica perché è quello che sappiamo fare. Ma ci stiamo comunque organizzando per capire cosa fare concretamente". Carmen Consoli, che quest'anno riveste il ruolo di "maestra concertatrice" del Concertone che domani chiuderà a Melpignano (Lecce) la Notte della Taranta, non nasconde il suo dolore per il dramma del terremoto. La serata si trasformerà in una maratona di solidarietà: il pubblico in piazza (sono attese duecentomila persone) e quello che seguirà l'evento da casa su Rai5 potranno effettuare donazioni che finanzieranno la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma.

Una festa che si trasforma in un evento di solidarietà.
"La pizzica guarisce, ha una funzione terapeutica. Cercheremo di far leva proprio su questa possibilità di guarigione, di alleviamento del dolore. La nostra speranza è di regalare un balsamo attraverso questo concerto: la musica possiede una forza che può andare oltre qualsiasi difficoltà. Anche per questo all'allegria della pizzica ho voluto aggiungere dei momenti molto dolorosi: la guarigione passa anche attraverso la consapevolezza del proprio malessere".

Insieme a lei sul palco ci saranno colleghe illustri come Fiorella Mannoia, Nada, Tosca, l'artista afro-spagnola Concha Buika e Lisa Fisher, che ha cantanto con i Rolling Stones. Con che criterio ha scelto le sua partner?
"Insieme ai direttori artistici Luigi Chiriatti e Daniele Durante abbiamo scelto artiste che si sentissero coinvolte in questa musica. Questo tipo di scelte non regala notorietà, è solo frutto di passione. Si sono presentate che avevano imparato i testi in grecanico a memoria. Sono qui perché hanno condiviso l'amore per la pizzica. E tutte siamo certe che il senso della pizzica è che ogni dolore può guarire e diventare un'opportunità, anche quello della tragedia di ieri".

Da anni le sue scelte musicali sembrano orientate più verso il folk che verso il rock.
"A me la pizzica ricorda Immigrant song dei Led Zeppelin. La potenza del rock è già insita in questo genere. Nelle musiche della serata abbiamo inserito delle chitarre elettriche, ma non per questo le abbiamo rese più rock. Questa esperienza mi ha permesso di confrontarmi con musicisti puri che mi hanno insegnato molto, è come un laboratorio che ci sta cambiando un po' tutti grazie al confronto continuo di formazioni culturali diverse. Le persone escono sconvolte dalle serate di pizzica, e in fondo il rock attinge alle radici. Come dice Battiato, l'artista a un certo punto deve disattendere il pubblico. Io non voglio essere schiava di un personaggio. E poi, come dice mio padre, la musica è un dono che va condiviso. Quindi dei generi mi curo poco, mi interessano lo scambio e la sostanza di certe esperienze".

Come ha vissuto il ruolo di leader?
"Sotto questo aspetto ho un'idea molto anni Settanta. Mi definisco una leader partecipativa. Cerco sempre di ascoltare tutti e di trovare una soluzione il più possibile condivisa. Credo che quando si lavora in gruppo sia necessario essere meno gelosi delle proprie idee e contaminarle con quelle degli altri. Per me questa è la democrazia. Ma ho avuto anche il grande privilegio di lavorare con un'orchestra di lusso da cui ho imparato moltissimo".

E dal periodo vissuto in Puglia cosa ha imparato?
"Che la musica può anche portare benefici economici e diventare una risorsa per un intero territorio. Investendo nella cultura il Salento ha creato un marchio".