Politica

Quando Salvini faceva campagna elettorale in moschea a Milano

Nel 2001 l'attuale segretario leghista, che oggi definisce l'Islam "incompatibile con i nostri valori", cercava voti per le comunali in moschea
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"Fino a che l'Islam non farà chiarezza e non ribadirà che gli esseri umani sono tutti uguali di fronte a Dio e di fronte alla legge, io non concedo neanche mezza moschea". Così Matteo Salvini a Genova in visita al mercato Treponti nel quartiere di Sampierdarena. "Al governo controlleremo tutto quello che già c'è, chiuderemo quello che è illegale", ha continuato il leader della Lega che 24 ore prima, a Umbertide per una visita al cantiere del centro culturale islamico in costruzione, aveva definito la religione musulmana "incompatibile coi nostri valori, i nostri diritti, le nostre libertà".

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Parole che hanno scatenato polemiche e dibattiti nel mondo politico e religioso, ma anche destato l'attenzione del web. Che, puntuale, ha risposto al leader del Carroccio rispolverando una foto del 2001: nell'immagine, l'allora giovane Salvini, microfono alla mano, parlava alla platea proprio di una moschea, quella milanese di via Padova 144. Tema: il rinnovo del Consiglio Comunale di Milano e la rielezione dell'allora consigliere uscente Salvini.

Un incontro elettorale, insomma. L'immagine non è un inedito. A pubblicarla nel 2016 era già stato infatti Davide Piccardo - attivista musulmano e coordinatore dal 2011 al 2016 del Caim, il Coordinamento delle Associazioni islamiche del capoluogo lombardo - che in polemica con il leader leghista dopo alcuni attacchi alle comunità islamiche in Italia, si chiedeva in un post su Facebook "cosa ci facesse Matteo Salvini in via Padova 144 in quella che chiamerebbe una moschea abusiva da abbattere con una ruspa, in compagnia di Gueddouda Boubakeur (esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi e parlamentare in Algeria di un partito di ispirazione islamica), di Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief e Abdullah Tchina imam di via Padova, della Moschea Mariam e fondatore del Coordinamento. Salvini - spiegava Piccardo chiudendo il post con l'hashtag #coerenza - era in campagna elettorale e chiedeva voti".
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