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Conte, settimane decisive tra Mou e Guardiola. E lui riapre alla Nazionale

Antonio Conte (ansa)
L'allenatore sa che quasi sicuramente non sarà alla guida del Chelsea nella prossima stagione, ma si prepara alle sfide più belle della stagione. Domenica il Manchester United, poi il City. Il futuro può essere di nuovo azzurro: ''Se qui la cosa dovesse terminare, si aprirebbero tanti scenari possibili, chissà". E la Figc osserva con interesse
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ROMA - Che settimana, ragazzi. Prima Leo Messi e i suoi fratelli, poi, a fine weekend, ecco la sagoma onirica di Old Trafford, ecco materializzarsi il Manchester United e, soprattutto, Josè Mourinho, l'arcinemico. E non basta, perché dopo lo United e Josè, spunterà dietro la curva pure il City di Guardiola, cioè il massimo. Che giorni, quelli di Antonio Conte in Inghilterra. Che scosse, che emozioni. Anche se ormai è quasi l'ex allenatore del Chelsea, e lui stesso è il primo a saperlo, si sta gettando con tutti i sentimenti nelle settimane più belle della stagione, quelle in cui si decide ogni cosa. Non è stata una campagna felicissima finora, la seconda di Conte a Stamford Bridge, dopo la Premier arraffata al primo tentativo nella scorsa stagione: addirittura poche settimane fa Antonio sarebbe stato a un passo dall'esonero, evitato soltanto perché il suo successore designato Luis Enrique non avrebbe dato la disponibilità a sedersi in panchina a stagione in corso, ma solo dall'inizio della prossima. Una successione che, dal blu Chelsea, potrebbe avvicinare il tecnico pugliese all'azzurro della Nazionale.

All'estrema difficoltà, Conte ha risposto con la grande prova di squadra offerta dal Chelsea contro il Barcellona: prova difensiva e di temperamento, per carità, e nulla di più lontano dall'idea di calcio propositivo e offensivo che a dire il vero in Champions League fa sempre la differenza, ma si è trattato pur sempre di un Chelsea concentrato ed efficace, che si è visto sfuggire la vittoria solo per un errore in disimpegno di Christensen che ha poi avviato il pareggio di Messi. Ma Conte si è detto soddisfatto della prova dei suoi: "Se affronti il Barcellona in campo aperto, sei pazzo: puoi perdere anche 6-0, così devi essere intelligente. E i miei giocatori non sono stupidi. Hanno seguito la strategie che avevamo preparato e hanno imparato a memoria tutto, ci hanno creduto, sono stati bravissimi. Solo un errore ci ha tradito. Ma abbiamo dimostrato che possiamo metterli in difficoltà. E al Camp Nou, al ritorno, possiamo fare qualcosa di straordinario".
 
Ma il ritorno degli ottavi di Champions cadrà il 14 marzo, c'è tempo. Ora incalza la sfida di domenica pomeriggio, Manchester United-Chelsea. I Due Nemici, Mourinho e Conte, di nuovo di fronte. Si detestano, si odiano. Già un paio di volte, da quando l'italiano allena il Chelsea, hanno sfiorato la rissa in campo. Rissa piena invece a livello verbale, nelle dichiarazioni del pre e del post partita nei mesi scorsi, con un crescendo di insolenze e offese sparse dall'uno e dall'altro fronte, con allusioni ai capelli di Conte da parte di Mourinho, risposte più o meno piccate dell'Antonio, finché si è arrivati a "pagliaccio" o altre piacevolezze, finché il portavoce di Mourinho ha addirittura chiamato in causa l'Epo della Juve ai tempi di Conte capitano e giocatore, e lì il livello della contesa si è alzato moltissimo, e l'ex ct azzurro ha tagliato corto: "Ormai è un problema tra me e lui, non è più una questione di rivalità sportiva".

Oltre a rappresentare uno snodo cruciale nella lotta per i piazzamenti in Champions, Manchester United-Chelsea sarà anche il rinnovarsi dello scontro dei due rivalissimi, e già la regia televisiva inglese sta approntando inquadrature alternate coi primi piani dei due tecnici in panchina, perché le loro emozioni saranno tutte da seguire, con la segreta speranza che tutto finisca in una zuffa memorabile a beneficio delle telecamere. Poi, una settimana esatta dopo lo United, il Chelsea viaggerà ancora a Manchester, stavolta per incrociare il City all'Etihad Stadium, il 4 marzo. Di fatto, la stagione del Chelsea può decidersi, o prendere una piega definitiva, proprio nei due viaggi mancuniani, prima dell'ordalia del 14 marzo in Champions a Barcellona.

Si decide tutto anche per Antonio Conte, che ha già la valigia in mano e sembra a questo punto strizzare l'occhio alla nazionale, se è vero che dopo Chelsea-Barça le sue parole sono state queste: "Qui al Chelsea gli allenatori non sono mai stati stabili, del resto ne sono stati cambiati 10 in 14 anni. Infatti a ogni piccola crisi escono nomi di nuovi tecnici, è capitato anche a me quest'anno. Io ho un contratto fino al 2019 e vorrei rispettarlo. Se non sarà possibile, pazienza. La nazionale italiana? Qui al Chelsea sto bene, ma bisogna essere felici in due. Se qui la cosa dovesse terminare, si aprirebbero tanti scenari possibili, chissà". I commissari e i subcommissari della Figc, insomma, sono avvertiti. Ma tanto già sanno, e benissimo.
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