Politica

Ultim'ora

Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Arcore, vertice centrodestra: ok coalizione a quattro. Maroni verso rinuncia alla Lombardia

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi al vertice di Arcore (ansa)
Elezioni, incontro Berlusconi, Salvini e Meloni. Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e quarto polo alle regionali con candidati comuni e condivisi. E spunta il nuovo simbolo. Il governatore domani potrebbe sciogliere la riserva. E Renzi lancia Giorgio Gori
3 minuti di lettura
MILANO - È terminato dopo circa 4 ore il vertice dei leader del centrodestra Matteo Salvini, Giorgia Meloni che si sono incontrati ad Arcore a casa di Silvio Berlusconi per fare il punto sul programma da presentare agli elettori. Il governatore della Lombardia Maroni potrebbe non confermare la sua candidatura alle prossime regionali.

· IL PROGRAMMA
Meno tasse, meno burocrazia, meno vincoli dall'Europa, più aiuti a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti, riforma della giustizia e giusto processo, realizzazione della flat tax, difesa delle aziende italiane e del Made in Italy, imponente piano di sostegno alla natalità, controllo dell'immigrazione: saranno questi - si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine del vertice - i primi passi dell'azione di governo di Centrodestra che uscirà dalle politiche del prossimo 4 marzo.

· VIA LA LEGGE FORNERO
Salvini, come annunciato già ieri, ha chiesto e ottenuto dagli alleati l'impegno ufficiale a rivedere "il sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero", come il leader della Lega rivendica su Twitter.

Tra le priorità anche l'adeguamento delle pensioni minime a mille euro, il codice di difesa dei diritti delle donne e la revisione del sistema istituzionale col principio del federalismo e presidenzialismo.

· COALIZIONE A QUATTRO
Ufficializzata la composizione della coalizione a quattro con Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e quarto Polo. Tra le decisioni di oggi anche quella di costituire due delegazioni comuni, che si incontreranno già martedì prossimo, per definire i dettagli del programma e dei collegi.

· LA SCELTA DI MARONI
Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi. Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per "motivi personali", come si dice nel comunicato finale del vertice, non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato.

Tra i leghisti nessuno si pronuncia sulla scelta del governatore lombardo, che dovrebbe sciogliere la riserva nella conferenza stampa annunciata per domani alle 12. Maroni ha smentito nelle settimane scorse di essere interessato a una candidatura in Parlamento. Ma, secondo alcuni retroscena, una vittoria del centrodestra potrebbe riaprirgli la strada per eventuali importanti incarichi di governo.

· I POSSIBILI NOMI
Come possibili alternative Silvio Berlusconi sarebbe favorevole all'ex ministro all'Istruzione Mariastella Gelmini, mentre la Lega ha avanzato alcuni nomi tra cui quello dell'ex sindaco di Varese, Attilio Fontana, leghista moderato che in passato è stato anche presidente del Consiglio regionale lombardo

· E IN LOMBARDIA RENZI LANCIA GORI
"Forza Giorgio!", scrive su Twitter il segretario del Pd Matteo Renzi. Il riferimento è a Giorgio Gori, candidato del Pd per la guida della Regione Lombardia. Il segretario Dem lancia così la sua corsa verso l'election day, nelle ore in cui dal centrodestra emerge la notizia che Roberto Maroni andrebbe verso la rinuncia alla corsa per la ricandidatura. Renzi rilancia un tweet di Gori per il 5 gennaio.

Al vertice è stato dato il via libera alla cosiddetta 'quarta gamba' del centrodestra, ma escludendo dalle candidature quei nomi che non sono condivisi da tutti i leader dei tre principali partiti. Lo si è appreso da fonti qualificate. In particolare il 'veto' riguarderebbe figure come l'ex leghista Flavio Tosi e l'ex montiano Enrico Zanetti, sui quali il segretario leghista ha posto da tempo il suo veto.

I tre leader si rivedranno "presto" e hanno espresso soddisfazione sulla "piattaforma programmatica". A proposito del programma, i partecipanti si sono dichiarati soddisfatti a proposito della "piattaforma di lavoro ampia" e l'incontro è stato definito "lungo, proficuo e approfondito".

· I SONDAGGI: CENTRODESTRA IN VANTAGGIO
I tre leader si sono presentati al primo vertice sull'onda dei sondaggi che vedono il centrodestra in nettissimo vantaggio. In base all'elaborazione Youtrend per il Senato (che La Stampa pubblica in esclusiva), Forza Italia e Lega potrebbero portare a casa un bottino cospicuo: una settantina di seggi maggioritari a cui si aggiungerebbero 68 collegi conquistati con il proporzionale. La somma fa 137: significa che a Berlusconi, Salvini e Meloni basterebbero una ventina di senatori in più per avere la maggioranza assoluta a Palazzo Madama. · IL SIMBOLO
E poche ore prima del vertice Silvio Berlusconi ha presentato il simbolo di Forza Italia per il voto, con la scritta "Berlusconi presidente".

· TAJANI: "IO RESTO ALL'EUROPARLAMENTO"
"Ripeto per l'ennesima volta: sto benissimo dove sto. Ho assunto un impegno un anno fa, sono stato eletto senza accordi sotto banco dopo aver vinto le primarie del Ppe. Il Parlamento europeo è l'istituzione più importante in Europa e per l'Italia avere per la prima volta un presidente sia importante". Così Antonio Tajani nel corso dell'intervista con Maria Latella su Sky Tg24 a proposito di un suo possibile ruolo di candidato premier alle elezioni del 4 marzo o di premier indicato dal centrodestra nel caso di successo alle politiche.
I commenti dei lettori