Cronaca

Carceri, via libera parziale all'attuazione della riforma in Consiglio dei ministri

L'annuncio di Gentiloni: "Abbiamo varato tre decreti attuativi, il nostro è un lavoro in progress. L'obiettivo è che il sistema contribuisca a ridurre la recidiva". Critiche da Antigone: "Persa occasione storica"
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ROMA - "Abbiamo varato tre decreti attuativi della riforma dell'ordinamento penitenziario". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di questa mattina, che aveva all'ordine del giorno appunto la riforma delle carceri. "Il nostro", ha spiegato il presidente del Consiglio, "è un lavoro in progress. Lavoriamo con strumenti diversi con l'obiettivo innanzitutto che il sistema carcerario contribuisca a ridurre il tasso recidiva da parte di chi è accusato o condannato per reati".

"Se vogliamo rintracciare un filone che unisce i diversi provvedimenti - ha detto Gentiloni -  è proprio questo. Perché il rischio è che questo sistema, se non ha correzioni credo utili, e in parte adottate oggi, non sia sufficientemente efficace nel ridurre la recidiva, quindi che comportamenti criminali continuino a generare comportamenti criminali anziché favorire il reinserimento nella società". Lavoro, giustizia minorile e giustizia riparativa sono i temi dei tre decreti attuativi approvati oggi in via preliminare. Alcuni decreti attuativi, ha spiegato Gentiloni, "sono stati adottati, altri lo saranno nelle prossime settimane, tenendo conto delle indicazioni del Parlamento". Slitta invece al prossimo Consiglio dei ministri l'atteso via libera al decreto complessivo che ridisegna l'ordinamento.

Duro il commento dell'associazione Antigone, da sempre punto di riferimento nell'analisi della situazione carceraria: "Siamo delusi. Speravamo che non vincessero la tattica e la preoccupazione elettorale. Oggi si è sprecata un'occasione storica per riformare le carceri italiane", ha affermato il presidente Patrizio Gonnella. "La legge che le governa - aggiunge - risale al 1975. Il Consiglio dei Ministri di stamattina poteva adeguarla alle esigenze del mondo attuale. Poteva allargare il campo delle misure alternative alla detenzione, la cui capacità di ridurre la recidiva e dunque di garantire maggiore sicurezza ai cittadini è ampiamente dimostrata. Poteva avvicinare la vita penitenziaria a quella esterna, come tutti gli organismi internazionali sui diritti umani raccomandano di fare. Poteva garantire una maggiore tutela del diritto alla salute fisica e psichica. Ha invece preferito farsi spaventare dall'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale piuttosto che pensare alla tutela dei diritti dei detenuti. Ma la speranza non è del tutto persa. Speriamo che anche dopo le elezioni le autorità vogliano portare a compimento una riforma storica. Il tempo tecnico c'è. I decreti - scritti da persone della massima competenza e supportati dagli Stati Generali dell'esecuzione penale - anche. Bisogna solamente avere la volontà politica di farlo".