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Alberto Angela "irripetibile" e "colossale": la lingua delle Meraviglie è "stupefacente"

Terza e penultima puntata del programma di successo di RaiUno, un viaggio da Pisa a Matera alle Dolomiti. Il pubblico social twitta ogni aggettivo, ogni espressione: l'entusiasmo del divulgatore emoziona quanto le immagini delle bellezze d'Italia. E 'Meraviglie' trionfa con 5 milioni 823mila spettatori e il 23.81% di share

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Stavolta il viaggio parte da Pisa e dai suoi monumenti che testimoniano "un'epoca irripetibile". Passa per Matera, dove si entra "nel ventre della roccia" e "per alcuni è Inferno e per altri è Paradiso". Arriva in cima alle Dolomiti, "un sogno cristallizzato", "scenario magnifico" con "boschi magnifici". L'entusiasmo con cui Alberto Angela conduce il pubblico alla scoperta delle bellezze italiane in Meraviglie, la penisola dei tesori è contagioso. Dopo il successo della prima e della seconda puntata, questa terza e penultima è di nuovo un trionfo: la trasmissione stravince infatti la serata di ieri con 5 milioni 823mila spettatori e il 23.81% di share, accreditandosi così come il programma pù visto della giornata e confermandosi anche tra i più commentati sui social dell'intera giornata, con 132mila interazioni. Il programma è stata la prima scelta della serata sui giovani tra i 15-24 anni, per i quali lo share è stato del 20,90%. Il pubblico elegge così il divulgatore re del mondo per acclamazione. #Meraviglie è TT a neanche mezzora dall'inizio, su RaiUno. Tutti citano le sue espressioni, le sue parole. Le twittano, le commentano.  

In effetti, è vero che Alberto piace perché parla chiaro, ma è vero pure che emoziona con un eloquio ricco di enfasi. D'altronde si parla di meraviglie, come non stupirsi di quei monumenti che "testimoniano un'epoca irripetibile del passato", della Torre di Pisa che "consente di fare un viaggio unico nella storia e nell'ingegneria" o di Matera, dove "le varie epoche della Storia si stringono la mano".

"Un ribollire di forme". L'intervento del pisano Andrea Bocelli ("la mia città, qui ho studiato, mi sono laureato, ho debuttato nel Macbeth di Verdi, ho vissuto esperienze che oggi costituiscono memorie belle") introduce l'ingresso nel Duomo di Pisa. Un interno "maestoso, immenso, grandioso, una geometria superba", una "foresta di colonne monolitiche". Dall'incendio del 1595, "una catastrofe", a salvarsi "incredibilmente" fu "il capolavoro più prezioso, il pulpito", in cui "veramente straordinaria per impatto emotivo" è La strage degli innocenti, "carica ancora oggi di tutta la drammaticità di quell'evento": benché realizzata nel 1302, in pieno Medioevo quando l'arte era fissità, qui invece "c'è un ribollire di forme".

"L'acustica impalpabile che riverbera e avvolge". Al centro del Duomo, dal soffitto, pende il "grandioso lampadario" che secondo la leggenda (Angela smentisce e spiega perché) avrebbe ispirato le teorie di Galileo. Poi il Battistero "grandioso, il più grande di tutta la storia della cristianità" che contiene "una meraviglia che non si può vedere, è impalpabile, ed è l'acustica" che "ha riverberato i suoni per secoli". Ci troviamo "indubbiamente di fronte a un capolavoro unico in grado di possedere una propria anima perché ogni volta che parlate o cantate vi avvolge".

"Il marmo conserva l'emozione". Così come stupisce il Camposanto monumentale, con "una delle più importanti collezioni di sarcofagi che possiate vedere": "ecco - dice Angela indicando un sarcofago - questo è commovente, un sarcofago piccolo utilizzato per un bambino, si vede un'incredibile scena di corsa di carri di piccoli putti e un naufragium, un carro che si rovescia col cavallo e l'auriga". Sono "frutti di artisti di ineguagliabile capacità", capaci "di fissare nel marmo qualcosa che non si dovrebbe conservare: un'emozione".

Matera, "silenzio magia e paradiso". I Sassi di Matera sono "una scenografia incredibile" (e nelle riprese del programma lo sono ancora di più), "Inferno per alcuni e Paradiso per altri" con "una magia, un silenzio uniche". Mel Gibson ha girato The Passion, "un successo planetario", in quella città, Matera, "frutto straordinario di questo paesaggio". 

"Nel ventre della roccia". Alberto conduce il pubblico - forse molti vi "entrano" per la prima volta - nella chiesa di Santa Maria De Idris con i suoi "straordinari affreschi" e il nome "che deriva da Odigitria". L'altare "certo, è molto antico, solo con tracce di pittura, scheggiato, ma ricco di storia da raccontare". E poi ci si inoltra nella cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone, "nel ventre della roccia", e "ad accoglierci c'è un Cristo Pantocratore". Anche qui "splendidi affreschi", quelle figure "hanno uno sguardo che vi fissa". Luoghi di fronte ai quali "non si può fare a meno di rimanere incantati".

"Un relitto nei fondali del tempo". Incantato fu anche Sergio Castellitto, "testimonial" per la parte del programma dedicata a Matera, che conobbe la città durante la riprese di L'uomo delle stelle. Un sito "unico al mondo" colpisce "la vitalità di questi luoghi, ci sono abitanti, tanti abitanti". Ma non è stato sempre così: a lungo quel luogo è stato dimenticato, "trasformato in un relitto nei fondali del tempo". E ora "è incredibile" scoprire come a Matera "le varie epoche della storia si stringano la mano".

"Un baratro sotto ai piedi". Ancora insieme ad Alberto nel ventre della roccia per scoprire una "colossale cisterna, gioiello di ingegneria", chiamata "palombaro dal latino plumbarius, plumbus, il modo di rendere impermeabili le cisterne". Il risultato "è sorprendente", tre metri sotto ai piedi delle persone che camminano sulla piazza "si apre un baratro". Quei cerchi color ruggine sulle pareti? "La spiegazione è davvero curiosa". Ma sono solo segni laciati da secchi dimenticati. Un "luogo incredibile", divenuto meta turistica. 

"Un sogno cristallizzato". Dalle rocce di Matera a quelle delle Dolomiti, "scenario davvero magnifico", con "dei boschi magnifici", ammantate di bianco. "E' un sogno cristallizzato", siamo "in mezzo a una maestosità, a una monumentalità avvolta nel silenzio", "si rimane davvero a bocca aperta". Un sito Unesco "davvero sterminato, 142 mila ettari, nove gruppi montuosi e tre regioni". Due i protagonisti in questo scenario, la natura e l'uomo e l'uso collettivo di foreste e pascoli hanno rappresentato per tanti secoli la fonte di sopravvivenza dei popoli delle Dolomiti, un ordinamento antichissimo sui diritti e i doveri di come gestire il territorio. Alberto spiega e passeggia sereno sotto una nevicata formidabile. 
"Un arcipelago pietrificato". Uto Ughi è il testimonial, Alberto racconta le origini delle Dolomiti, torna indietro fino alla presitoria, "siamo nel Triassico", "una storia che è un laboratorio dell'evoluzione" e un luogo in cui, milioni di anni fa, c'era il mare. "Ma che fine ha fatto il mare?". Colpa della zolla africana "che ha cominciato a muoversi sempre di più verso la zolla europea" spiega, mostrando lo scontro con le mani che si uniscono e poi si alzano. "Un piastrone di porfidi, e chi dice porfidi dice colata lavica". Insomma, "le Dolomiti sono, se volete, un arcipelago pietrificato", "un paesaggio unico al mondo" in cui "ci si lascia trasportare dalla pace e dalla bellezza".
"L'infinito sopra di noi e dentro di noi". La conclusione di questa puntata è uno dei momenti più emozionanti della serata. Angela in cima a uno sperone di roccia innevato, l'immagine che si allontana sempre di più e lui un puntino rosso distante, fra le cime rosa e il cielo. "Sembra di stare sospesi fra due mondi - dice - sotto la terra e sopra l'aria. Siamo nel punto esatto in cui questi due mondi si toccano, unendo i colori: azzurro sopra e bianco sotto. Da qui si percepisce l'infinito: sopra di noi col cielo e l'universo, ma l'infinito anche dentro di noi, frutto della bellezza di questi luoghi". Ricorda Buzzati, che si chiedeva "se sono pietre o sono nuvole, se sono vere o è un sogno". "Ebbene, da qui sono vere eppure sembrano un sogno, un sogno di pietra. Eppure sembrano nuvole". Non restano che i saluti da quel puntino rosso in mezzo all'infinito. "Incantati da tanta bellezza, quasi ci dispiace che questa tappa del nostro viaggio questa settimana finisca qui. Grazie per averci seguito. Buonanotte".