Roma

La7, l'accusa di Myrta Merlino: "Lo Cicero ha aggredito una nostra giornalista". La replica: "Non è vero, violata proprietà privata"

Andrea Lo Cicero 
Nuove polemiche sull'assessore in pectore della giunta Raggi. Secondo la conduttrice de L'Aria che tira, contro l'ex rugbista sarebbe stata sporta denuncia per violenza privata e danneggiamento di una telecamera. "Domani mostreremo le immagini". Ma lui smentisce tutto su Facebook
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"Andrea Lo Cicero ha aggredito una nostra giornalista e il suo operatore". Durante la trasmissione L'Aria che tira su La7, la conduttrice Myrta Merlino ha riferitop l'episodio che fa tornare ancora all'onore delle cronache l'assessore (in pectore) allo Sport della giunta Raggi. Secondo il racconto, l'ex pilone sinistro della nazionale di rugby avrebbe "aggredito" Elisa Covelli che era andata a cercarlo nei pressi della sua tenuta a Nepi vicino Viterbo, per intervistarlo. "Lei è dai carabinieri, sta sporgendo denuncia per violenza privata e danneggiamento perché ha aggredito lei e l'operatore e ha danneggiato la telecamera. Domani faremo vedere le immagini", ha detto la Merlino nel finale della trasmissione.

Ma Lo Cicero smentisce tutto sulla sua pagina Facebook:  "Ci tengo a precisare che la giornalista insieme al suo operatore hanno violato la mia proprietà privata, irrompendo in casa mia senza alcuna autorizzazione del sottoscritto ed invadendo, dunque, la privacy del sottoscritto, della mia famiglia e del mio domicilio".

E posta in un video una parte di quanto accaduto nella sua tenuta agricola vicino a Viterbo. "Appreso il fatto ho invitato giornalista ed operatore ad allontanarsi e a lasciare la mia abitazione. A testimonianza che non ci sia stata alcuna aggressione sono stato io per primo a chiamare i Carabinieri - aggiunge l'ex campione di rugby -. Sto valutando, pertanto, l'ipotesi di sporgere io denuncia".

Lo Cicero posta video su Fb: "Nessuna aggressione a giornalista La7"

Già nei giorni scorsi Lo Cicero era finito nella bufera: subito dopo la notizia sulla sua nomina nella giunta capitolina qualcuno si è ricordato che "il barone" - questo il soprannome dell'ex giocatore di rugby, recordman di presenze in Nazionale - nel 2006 era stato condannato a una multa da 150 mila euro per aver giocato un match in azzurro il 22 settembre 2003 quando ufficialmente era fermo per malattia per il Tolosa che lo aveva ingaggiato: per i francesi in due stagioni il Barone ha giocato in effetti soltanto 13 partite, e quando lo hanno giocare con la Nazionale azzurra quel giorno i transalpini hanno voluto i danni: 150 mila euro, appunto. Sanzione che però Lo Cicero sostiene di non aver pagato "per un accordo tra le società".

Ma non è stata la sola polemica sul quarantenne  che attualmente insegna a curare piante e fiori nel suo programma Giardini da incubo in onda su Sky Uno: "Io uso solo il paradenti, non ho altre protezioni, le trovo stupide. Non sarebbe rugby. Devi essere te stesso, senza alcun aiuto. Ci sono molti giocatori, specie quelli più giovani di me, che usano le protezioni per le spalle. Roba da frocetti", ha scritto Lo Cicero nell'autobiografia firmata con Paolo Cecinelli uscita per Dalai editore nel 2007. Un'uscita infelice alla quale ha dcercato di ripare negli anni successivi appoggiando i Gay Pride scusandosi a La Zanzara.

Infine è tornato il suo fuorionda su Repubblica dello scorso febbraio: Lo Cicero sta parlando quando viene interrotto dal rumore di un veicolo che sgasa e allora guarda alla sua destra ed esclama: "Zingari di merda".