Bologna

La strage dell'Italicus 40 anni fa, un libro riapre scenari inquietanti

Scritto da Paolo Bolognesi e Roberto Scardova
1 minuti di lettura
Oggi 4 agosto è l’anniversario di un’altra strage, quella sul treno Italicus che sotto la galleria Direttissima fece 12 morti e 50 feriti. La celebrazione è avvenuta contestualmente a quella della strage alla stazione, che anche quest’anno ha dimostrato quanto sia sentita l’esigenza di verità se dopo tanti anni migliaia di persone scendono ancora in piazza per chiedere giustizia. Per l’Italicus, forse la più “dimenticata” tra tutte quelle che hanno insanguinato l’Italia, quest’anno è il quarantennale e per rinnovare la denuncia, il presidente dell’Associazione dei famigliari Paolo Bolognesi e il giornalista Roberto Scardova hanno dato alle stampe un libro, «Italicus» (edizioni Eir), che ripropone nuove argomentazioni sulla responsabilità della «cellula toscana» di Mario Tuti e offre una spaccato inquietante dello scenario stragista. 

Testimonianze e documenti nuovi provengono anche dai processi più recenti sulla strage di Brescia e di Milano. «Non so se potrebbero essere elementi utili a riconsiderare il processo, ma il nostro è intanto un contributo di ricostruzione storica», dice Bolognesi.

Tenuto conto che della strage dell’Italicus i tre neofascisti toscani portati alla sbarra, Tuti, Franci e Malentacchi, sono stati assolti definitivamente. Il luogo dove andare a cercare i responsabili è l’organizzazione Ordine nuovo e i suoi rapporti con tutta la galassia dell’estremismo di destra. «Pur considerando non provata la partecipazione di Carlo Maria Maggi (leader di Ordine Nuovo in Veneto, ndr) e del suo gruppo all’eccidio di Piazza della Loggia - scrivono gli autori - la Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha però incidentalmente affermato la responsabilità degli ordinovisti veneti in relazione alla strage dell’Italicus: perché dopo l’eccidio di Brescia l’avevano di fatto preannunciata».

Un’estremista di destra informatore del Sid, il vecchio servizio segreto, infatti, riferì una frase emblematica pronunciata da Maggi dopo la strage di Brescia: «Quell’attentato non deve rimanere un fatto isolato». Il ruolo primario della strage dell’Italicus «fu affidato ai toscani», dicono gli autori, ma dai nuovi atti giudiziari emergono con maggior chiarezza le relazioni tra i vari gruppi di ultradestra, i servizi segreti deviati, la P2, organizzazioni segrete come Gladio e anche militari americani che risultano aver partecipato a riunioni con gli ordinovisti. Lo stragismo, per l’Associazione dei famigliari che ha anche inviato tutti i nuovi documenti giudiziari alla procura di Bologna, va visto nell’ambito di una «guerra non ortodossa» che alcuni italiani allora dichiararono ad altri italiani.