Sport

Nibali incanta nel giorno del Tourmalet. E' il sigillo sul Tour de France

Vincenzo Nibali sul traguardo di Hautacam (reuters)
Nell'ultima tappa pirenaica, spettacolare azione finale del siciliano, che vola in maglia gialla verso il successo all'arrivo di Hautacam e mette definitivamente le mani sulla Grande Boucle
di LUIGI PANELLA
3 minuti di lettura
HAUTACAM - Finora era stato un padrone saggio, rispettoso degli altri ma soprattutto di se stesso. Per certi aspetti più formica che cicala, sempre scrupoloso nel lasciare energie sufficienti per il giorno che verrà. Ma sull'ultima salita vera del Tour, quella di Hautacam, Vincenzo Nibali diventa padrone tiranno, sigilla il suo Tour de France, lo stravince. Persino le nubi basse dei Pirenei sembrano scansarsi, intimorite dal passaggio della maglia gialla. Una azione fantastica iniziata quando mancano dieci km all'arrivo, un rischio di chi ormai sa di poter rischiare. Gli altri si giocano il podio (e Valverde stavolta ne esce malconcio, scavalcato non solo da Pinot, ma anche da Peraud), lui vola verso la vittoria, stabilizzando e rilanciando l'azione a seconda della reazione più concreta, quella leader della montagna, Rafa Majka. E' il trionfo dello Squalo: manca una tappa per velocisti in cui basterà tenere alta la concentrazione, la cronometro di sabato da gestire, poi l'ovazione di Parigi.

Un sigillo ancora più significativo nel giorno dell'abbraccio un vecchio amico, amato e rispettato come pochi. Questo per il Tour de France è il Col du Tourmalet, visitato per la settantanovesima volta. La prima alla Grande Boucle nel 1910, talmente improba per strade e mezzi che dalla bocca di Octave Lapize uscì verso il celebratissimo 'vous êtes des assassins' lanciato verso i 'crudeli' organizzatori. In realtà la prima idea di cui si ha traccia di fare la salita in bicicletta data addirittura 1902. In cima al Tourmalet passaggio solitario del francese Jean Fisher, anche se poi a causa di una foratura del fuggitivo, la vittoria andò a Rodolfo Muller, livornese e primo italiano a partecipare al Tour de France l'anno dopo (finì con un onorevole quarto posto), ma poi sposo della Francia tanto da finire i suoi giorni come Rodolphe. Storia enorme anche in partenza: Pau, 65 volte sede di tappa, sul podio delle più gettonate dietro solo a Parigi e Bordeaux. Numeri impressionanti da far impallidire l'arrivo ad Hautacam, toccato per la quarta volta. La prima venti anni or sono, vinta dal francese Luc Leblanc, che pochi mesi dopo al mondiale di Sicilia avrebbe impacchettato una bella fregatura ai nostri Chiappucci e Ghirotto, nel giorno di un grande duello tra Miguel indurain ed un Pantani affacciatosi da poco alla ribalta.
[[ge:rep-locali:repubblica:92309389]]
In cima al Tourmalet, il souvenir Jacques Goddet, direttore del Tour per 51 anni consecurivi, con annessi 5000 euro di premio, vanno e Blel Kadri, già brillante vincitore di tappa. Il francoalgerino fa parte della prima fuga di giornata: insieme a lui sulla penultima fatica pirenaica c'è Mikel Nieve, altro uomo da salita. Primo sul difficilissimo arrivo di Rifugio Gardeccia di tre anni fa al Giro, lo spagnolo sulle prime rampe della salita finale saluta e se ne va. Ma in origine il drappello è ben più consistente. Ne fanno parte il solito bravissimo De Marchi, protagonista fino all'ultimo, con il compagno di squadra Marcato, e gli spagnoli Izaguirre ed Herrada Lopez. Questi ultimi sono Movistar, fanno da punto di appoggio quando Alejandro Valverde esce come un proiettile nella discesa del Tourmalet. Non è un attacco a Nibali, è una provocazione nella lotta al secondo posto a Thibaut Pinot, uno che la discesa la odia. A conti fatti però l'asturiano deve rientrare nei ranghi, perchè l'Astana stavolta è padrona in senso assoluto.

Nibali è sornione, attende solo un pretesto per mordere. Lo trova, ancora più volentieri, sull'iniziativa del vecchio Chris Horner. Sì proprio quello che lo scorso anno alla Vuelta, tra la perplessità generale, privò il siciliano della maglia rossa proprio sul più bello. I tempi cambiano però, stavolta Nibali lo statunitense non lo vede proprio, lo stacca addirittura su un tratto di falso piano. Nieve ripreso come un birillo, dietro chi la gamba per tentare qualcosa è Rafa Majka, brillante quanto stizzito per non aver letto il momento giusto. Ma non era neanche facile farlo. Nibali apre il gas come non aveva mai fatto completamente in questo Tour. Padrone sul pavè, padrone sui Vosgi, padrone sulle Alpi, padrone sui Pirenei: semplicemente Vincenzo Nibali.
[[ge:rep-locali:repubblica:92316239]] 
ORDINE D'ARRIVO
1. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) in 4h04'17"
2. Thibaut Pinot (Fra, FDJ) 1'10"
3. Rafal Majka (Pol, Tinkoff) 1'12"
4. Jean Christophe Peraud (Fra) 1'15"
5. Tejay Van Garderen (Usa) s.t.
6. Romain Bardet (Fra) 1'53"
7. Bauke Mollema (Ned) 1'57"
8. Leopold Konig (Cze) s.t.
9. Haimar Zubeldia (Esp) 1'59"
10. Alejandro Valverde (Esp) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) in 80h45'45"
2. Thibaut Pinot (Fra, FDJ) a 7'10"
3. Jean Christophe Peraud (Fra, AG2R) a 7'23"
4. Alejandro Valverde (Esp) a 7'25"
5. Romain Bardet (Fra) a 9'27"
6. Tejay Van Garderen (Usa) a 11'34"
7. Bauke Mollema (Ned) a 13'56"
8. Laurens Ten Dam (Ned) a 14'15"
9. Leopold Konig (Cze) a 14'37"
10. Haimar Zubeldia (Esp) a 16'25"
 
I commenti dei lettori