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(reuters)

Gaza, ira di Onu e Usa: "Attaccata scuola". Israele: "Colpiti terroristi vicino  edificio"

Raid vicino edificio scolastico: 10 morti. Ritiro parziale ma nuovi attacchi: 35 morti.  Esercito: "Deceduto nostro soldato". Dal Cairo bozza per una tregua, ma Israele: "Prima distruggere i tunnel di Hamas". Nel pomeriggio i funerali del giovane soldato disperso

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GAZA - L'esercito israeliano ha ritirato la maggior parte delle proprie truppe da Gaza. Lo dice Haaretz sottolineando che l'operazione avviene senza che sia stato emesso alcun ordine ufficiale per mettere fine all'operazione 'Margine Protettivo'. Ma è chiaro che l'esercito di Israele abbia iniziato a spostare le forze di terra nella Striscia di Gaza. Lo stesso portavoce militare Peter Lerner ha precisato che si tratta di un ritiro parziale. In sostanza, ha spiegato Lerner, "ci stiamo ridispiegando dentro la Striscia, stiamo smantellando alcune postazioni e avvicendando altre unità all'interno" di Gaza, e quindi "non si tratterà più dello stesso tipo di operazione terrestre". Tuttavia, ha ammonito il portavoce, "continueremo ad agire, e sul terreno disponiamo di una forza di reazione rapida in grado di affrontare Hamas, se necessario".

Le vittime di oggi nella Striscia. Al momento, tuttavia, il conflitto nella regione di Gaza non si arresta. Sotto le bombe sulla Striscia dei raid israeliani, questa mattina sono morti almeno 40 palestinesi, mentre i feriti sono almeno 150. Dieci persone sono state uccise a Rafah, nelle immediate vicinanze di una scuola dell'Unrwa, l'agenzia Onu che opera nei Territori. Tra le vittime, c'è almeno un membro del personale delle Nazioni Unite. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, dopo la dura condanna dei giorni scorsi, oggi ha nuovamente attaccato con forza i raid di Israele sugli edifici gestiti dall'organizzazione, definendo il raid di oggi "un atto criminale e moralmente oltraggioso, perché l'esercito israeliano è stato ripetutamente informato della posizione" della scuola. E anche gli Usa si sono detti "scioccati" per il nuovo bombardamento di una scuola e hanno chiesto a Israele di "fare di più per evitare vittime civili". Parole che hanno suscitato una replica dell'esercito israeliano che ha dichiarato di aver colpito un obiettivo vicino all'edificio dell'Onu. "Abbiamo preso di mira tre terroristi della Jihad islamica. Erano in moto, vicini a una scuola
dell'Unrwa, a Rafah". Il bilancio complessivo delle vittime segna ora 1.726 i caduti palestinesi dall'8 luglio, giorno dell'inizio del conflitto: per la maggior parte civili. Sono invece sessantasei i morti israeliani, tra cui due civili.

Continuano i razzi da Gaza. Oltre 3.112, invece, il computo dei razzi lanciati da Gaza contro Israele dall'8 luglio scorso, di cui 84 nella giornata di ieri e almeno 55 oggi. Sono nuovamente risuonate nel pomeriggio le sirene di allarme a Tel Aviv, dove si sono udite anche due forti esplosioni, probabilmente dopo che i razzi sono stati intercettati dal sofisticatissimo scudo "Iron Dome". Le sirene hanno risuonato anche nel sud di Israele. In mattinata una decina di razzi lanciati dalla Striscia di Gaza ha colpito aree vicine agli abitati di Ashqelon e di Sderot (a sud di Tel Aviv verso il confine), nonché la regione del Neghev.

Il soldato morto. Le 72 ore di cessate il fuoco che avevano invocato l'Onu e gli Usa il 31 luglio scorso sono durate poco, meno di due ore, finite, secondo Israele, con l'uccisione di due soldati e il rapimento del militare 23enne. L'appello delle potenze internazionali (VIDEO Obama: "Liberate il militare") non è bastato. L'esercito israeliano ha annunciato la scorsa notte la morte del sottoluogotenente Hadar Goldin, dato per disperso da venerdì nei combattimenti nella Striscia di Gaza. Non si sa se il corpo del soldato sia stato o meno ritrovato. I funerali però si sono svolti nel pomeriggio a Kfar Saba (Tel Aviv). Il portavoce di Hamas a Gaza, Sami Abu Zuhri, ha accusato Israele di aver "ingannato" il mondo sostenendo che Goldin fosse stato rapito mentre successivamente ha annunciato che era caduto in battaglia.
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I colloqui di pace al Cairo.  Intanto, si è concluso con l'approvazione di un documento unitario su un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza l'incontro al Cairo tra delegati delle diverse fazioni palestinesi, giunti fra ieri sera e la mattinata di oggi nella capitale dell'Egitto. Israele ha scelto di non inviare delegazioni al Cairo e di non trattare più per una tregua finché ogni tunnel di Hamas non sarà distrutto. Secondo quanto riferito da fonti riservate della rappresentanza mista all'emittente televisiva libanese 'al-Maiadin', "si è trattato di una riunione che si è svolta in un clima positivo". Il testo, che sarà presentato ai mediatori egiziani, prevede la tregua, il ritiro israeliano da Gaza ma anche la fine dell'embargo nei confronti dell'enclave, la riapertura del valico di frontiera di Rafah e garanzie per l'ingresso nella Striscia di persone e merci, libertà di pesca nelle acque territoriali entro le 12 miglia marine, l'eliminazione della zona-cuscinetto dello Stato ebraico. Si chiede inoltre di costringere Israele a rispettare tutti i termini dell'intesa sottoscritta della liberazione del sottufficiale israeliano Gilad Shalit, rapito sul confine con Gaza nel giugno 2006 e rilasciato nell'ottobre 2011 nell'ambito di uno scambio di prigionieri.
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"Nessuna tregua".
Stamane, però, il leader politico in esilio del gruppo fondamentalista della Striscia, Khaled Meshaal, aveva lasciato poco spazio alle speranze di tregua: nessun cessate il fuoco sarà possibile nella Striscia di Gaza fino a un completo ritiro delle forze di terra israeliane, ha detto in risposta ai segnali di ripiegamento parziale registrati ieri. Meshal ha ribaltato poi su Israele l'accusa d'aver violato l'effimera 'tregua umanitaria' di venerdì. "Una tregua è una tregua, mentre il mantenimento della presenza a Gaza di forze israeliane che distruggono i tunnel è un'aggressione".

Londra: "Situazione a Gaza intollerabile". La situazione nella Striscia di Gaza "è intollerabile", e "si deve fare in modo che le uccisioni abbiano fine" da ambo le parti: così, in un'intervista al domenicale The Sunday Telegraph, il neo-ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, il quale si è detto "gravemente preoccupato" per il numero di perdite civili nell'enclave palestinese. "L'opinione pubblica in Gran Bretagna ha la forte sensazione secondo cui la situazione della popolazione civile a Gaza è intollerabile, e noi siamo del tutto d'accordo", afferma Hammond.

FOTOREPORTAGE Dramma nella Striscia di Gaza
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"Kerry spiato dal Mossad".
Intanto, il sito del settimanale tedesco Spiegel rivela che il segretario di Stato americano John Kerry sarebbe stato spiato dai servizi segreti israeliani durante i negoziati di pace in Medio Oriente, attraverso intercettazioni telefoniche. Lo Spiegel ha avuto conferma da diverse fonti d'intelligence dello spionaggio realizzato dal Mossad per tenere informato il premier Benyamin Netanyahu anche riguardo ai palestinesi e ai rappresentanti di Stati arabi impegnati nei colloqui.