Esteri

Iraq, respinta dai peshmerga l'offensiva Is a nord di Mosul

Una postazione peshmerga a Gwar, Iraq settentrionale (reuters)
Le forze curde, appoggiate dai raid aerei della Coalizione, hanno retto all'urto degli attacchi lanciati dai jihadisti per onorare la memoria di un loro leader, Abi Ali al Anbar, ucciso di recente in un bombardamento Usa. Ripresa anche la cittadina di Teleskof, dove ieri è caduto Charlie Keating, membro dei Navy Seal schierati in difesa dei consiglieri militari americani dei peshmerga
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BAGDAD - I curdi Peshmerga, appoggiati dai raid aerei della coalizione internazionale a guida Usa, hanno respinto l'offensiva lanciata ieri dall'Is a nord della città di Mosul, la "capitale" dello Stato Islamico in Iraq, che i jihadisti avrebbero voluto vittoriosamente dedicare alla memoria dello "sceicco" Abi Ali al Anbar, loro leader ucciso di recente in un bombardamento Usa. Fonti curde affermano che "decine" di miliziani dell'Is sono stati uccisi, ma ammettono che anche i Peshmerga hanno subito perdite "considerevoli".

All'operazione, sottolinea l'ufficio informazioni per le operazioni di guerra a Bagdad, hanno partecipato anche volontari di una milizia cristiana per riprendere la cittadina di Teleskof. Situata una quindicina di chilometri a nord di Mosul, Teleskof, a maggioranza cristiana, per alcune ore era caduta nelle mani dei jihadisti. Ed è a Teleskof che è stato ucciso ieri in combattimento un soldato americano. Mentre le autorità americane mantenevano il segreto sulla sua identità, è stata la famiglia a confermare che si chiamava Charlie Keating ed era un membro dei Navy Seal.

Inizialmente si era detto che il soldato in Iraq svolgesse il compito di consigliere militare dei peshmerga. E' stato il colonnello Steve Warren a chiarire il ruolo di Keating e il contesto in cui si è svolta la sua ultima missione. Keating faceva parte di una forza di intervento rapida dei Navy Seal ed è rimasto ucciso durante la battaglia ingaggiata contro un centinaio di miliziani dell'Is per difendere i consiglieri militari dei peshmerga a Teleskof, attaccata dai jihadisti anche con blindati e bulldozer.
La morte di Keating è il segno "che la lotta contro l'Is in Iraq "è lungi dall'essere al termine", ha affermato il segretario alla Difesa americano Ash Carter, incontrando a Stoccarda i rappresentanti dei Paesi che contribuiscono militarmente alla Coalizione internazionale a guida Usa (Australia, Nuova Zelanda, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna e Regno Unito. La Norvegia è stata invitata ed è attesa al vertice).

Un confronto a porte chiuse, nel corso del quale Carter ha discusso con gli alleati su "cosa fare di più" per accelerare la campagna contro i jihadisti in Iraq e Siria, mentre era in corso l'offensiva dell'Is contro i peshmerga. La riunione ha prodotto un sostanziale accordo sulla necessità di imprimere un'accelerazione alle operazioni, ma il come non è stato spiegato pubblicamente.

Nella guerra sul campo contro l'Is, le truppe curde sono state notoriamente più efficaci dell'esercito regolare iracheno. Addestrati, equipaggiati e consigliati dagli Usa attraverso l'invio di un contingente di alcune centinaia di soldati di cui faceva parte Charlie Keating, i peshmerga hanno di recente indotto il Pentagono a impegnarsi ad aiutare i curdi stanziando aiuti per 415 milioni di dollari. Parlando della morte di Keating, Ash Carter si è detto addolorato, ma anche sottolineato come il rischio di morire in combattimento in Iraq sia inevitabile. "Il nostro approccio - ha affermato il segretario alla Difesa da Stoccarda - è di rendere le forze locali in grado di far fronte alla guerra, ma questo non vuol dire che da parte nostra non ci sarà alcun ingaggio". E dicendo questo, Carter ha evidenziato  i "rischi a cui sono esposti ogni giorno" non solo i soldati del contingente americano sul terreno, ma anche le forze aeree che quotidianamente operano nei cieli di Iraq e Siria.

In un comunicato, la Coalizione spiega di aver lanciato 22 raid aerei nel corso dei due giorni di offensiva dell'Is, di cui 10 a ridosso di Mosul. Gli obiettivi centrati sono stati un quartier generale dei jihadisti e nove unità combattenti oltre ad armamento vario, come mitragliatrici pesanti, scorte di munizioni, quattro mortai. I bombardamenti su Mosul, "capitale" dello Stato Islamico in Iraq che Coalizione e forze locali sul terreno stanno cercando di riconquistare, hanno portato anche alla distruzione di 17 veicoli da trasporto dei jihadisti, due veicoli carichi di ordigni e un'autocisterna di carburante. Cinque raid sono stati condotti nei pressi di Falluja, dove sono state colpite tre unità tattiche dell'Is, sei tunnel di accesso usati dai miliziani e armamento vario. Gli altri raid si sono verificati a Albu Hayat, Bashir, Bayji, Hit, Sinjar e Sultan Abdalla.