Recensioni

Ultim'ora

Terremoto di magnitudo 5,8 in Grecia, scossa avvertita anche in Puglia: è la seconda volta in una settimana

Van Gogh, alle origini della rivoluzione

 A Palazzo Reale "L'uomo e la terra",  Oltre 50 dipinti, schizzi e disegni preparatori a mostrare la fase pre-espressionista. Per raccontare l'artista nella sua intimità, nella sua inquietudine, nella sua disperazione. L'esposizione si concentra sul mondo rurale e sulla figura del contadino

2 minuti di lettura
Si entra in un tunnel piuttosto buio ma accogliente, che aiuta a trovare la giusta sintonia con lo spirito di un artista e di una esposizione particolare. Come primo quadro, un suo autoritratto del 1887, con gli occhi accesi in uno sguardo aperto che ti segue. “Non posso farci niente se i miei quadri non vendono. Arriverà comunque il momento in cui la gente vedrà che valgono più del prezzo della vernice”. Quel momento per Van Gogh è arrivato da molto tempo, e la sua arte rivoluzionaria riscuote una popolarità immensa in tutto il mondo. La mostra di Palazzo Reale a Milano “Van Gogh. L’uomo e la terra”, ha però scelto di mostrarne uno spaccato intimo, che precede la fase espressionista e racconta l’inizio e le più profonde intenzioni di ciò che egli sentiva come missione del suo lavoro. Ritratti di contadini e di persone umili, che raffigurano un’Olanda povera e triste, realizzati con colori terrosi, scuri, mostrano atmosfere cupe e dimesse. Van Gogh racconta la povertà con crudezza, senza alcun romanticismo ed evitando ogni abbellimento come invece faceva Jean-François Millet, a cui comunque si ispirava. “Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole”, scriveva  il pittore riferendosi al suo capolavoro I mangiatori di patate. Van Gogh vede nel contadino l’eroe contemporaneo, che semina, coltiva, raccoglie un po’ come fa Dio, e lo assimila alla figura del divino.

FOTO Le opere
- La mostra

La rassegna milanese, a cura di Kathleen Adler, ha scelto di mostrare una lettura inedita dell’opera del maestro olandese, trovando un legame con le tematiche di Expo 2015: la terra ei sui frutti, la vita rurale e agreste. “Van Gogh vive un periodo stravolto da cambiamenti radicali e lui li affronta  cercando di osservare il paesaggio  e l’uomo del suo tempo, allo stesso modo Expo oggi affronta i cambiamenti radicali nei quali noi viviamo”, ha sottolineato la curatrice durante la presentazione. 

Il percorso espositivo è suddiviso in sei sezioni, e presenta quasi  50 capolavori del maestro olandese, provenienti dalle più prestigiose raccolte internazionali, fra cui il Kroller-Muller di Otterlo e il Van Gogh Museum di Amsterdam. Indaga inizialmente la tecnica del disegno  fino ad arrivare all'esplosione del colore degli ultimi anni, con i soggiorni nel sud della Francia. Le opere centrali documentano il suo studio analitico del lavoro dei campi: la zappatura, la semina, la falciatura, la cura del gregge, il ritorno alla capanna. Questi dipinti e disegni mostrano con quale sforzo egli cercasse di imparare a rendere la figura umana e grandi tele come 'Pastore con gregge di pecore' raccontano la sua ambizione a diventare un vero pittore di contadini. Realizzate a Nuenen, vicino al confine con il Belgio dove l'artista visse dal dicembre 1883 a fine novembre 1885, in questi lavori iniziali testimoniano già la sua grande capacità di rappresentare la realtà e la verità dei sentimenti. Suggestivo l’allestimento progettato dall'archistar giapponese Kengo Kuma:  i quadri quasi galleggiano in un ambiente rustico realizzato con i materiali della terra in cui l’artista abitava.   

Informazioni utili qui.