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Robin Williams è morto. Le autorità: "Si è impiccato"

L'attore, 63 anni, è stato trovato con una cintura stretta intorno al collo nella sua casa di Tiburon, in California, nella baia di San Francisco. Soffriva da tempo di depressione e alcolismo, malattie accentuate da difficoltà economiche e delusioni professionali. Da poco era stato cancellato uno show televisivo che doveva averlo come protagonista

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NEW YORK - "Ho perso mio marito e il mio miglior amico, mentre il mondo ha perso un grande attore” ha scritto la moglie, Susan Schneider, in un comunicato che la notte scorsa ha sconvolto Hollywood e tutto il mondo dello spettacolo perché dava la notizia della morte di Robin Williams. Uno dei premi Oscar più amati di sempre, che al cinema avrebbe potuto dare ancora molto: aveva infatti solo 63 anni. "Ma vi prego di rispettare la nostra privacy – continuava la Schneider - e soprattutto di ricordare Robin per la sua brillante carriera e per il suo sorriso, non per il modo in cui è morto".
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Il modo in cui è morto è stato spiegato dal rappresentante dell'ufficio dello sceriffo di Marin County, il tenente Keith Boyd, che ha parlato di suicidio: "È stato trovato dall'assistente personale, in una stanza della sua casa di Tiburon, con una cintura stretta intorno al collo. Aveva anche dei tagli sui polsi. Un coltello è stato trovato nella tasca e sulla lama c'erano piccole tracce di sangue essiccato. La causa della morte - ha detto l'ufficiale - è per ora identificata nell'asfissia da impiccagione, ma ci sono ancora molte cose che vanno chiarite". Gli investigatori hanno confermato che Williams era in cura per la depressione e che avrebbe assunto farmaci poco prima di morire. Saranno svolti esami tossicologici. L'orario del decesso è stato circoscritto in un arco temporale compreso tra le 22.30 e la mezzanotte di domenica (ora della California). Il medico legale ha firmato la dichiarazione ufficiale di morte alle 12.02 di lunedì (le 21 in italia).

Williams, protagonista di film come Popeye, Good Morning, Vietnam, L'attimo fuggente e soprattutto Will Hunting, Genio ribelle - che gli valse la prestigiosa statuetta nel 1997, soffriva da tempo di una forte depressione. Il mese scorso era stato per un breve periodo in un centro di recupero per alcolisti del Minnesota. Aveva annunciato di dover affrontare un programma di cura diviso in 12 fasi, di cui diceva di avere bisogno dopo 18 mesi di lavoro ininterrotto. Quello stesso trattamento lo aveva già provato nel 2006. Negli ultimi tempi, ha rivelato un amico di famiglia, sembrava molto turbato dal prezzo, non solo psicologico, pagato per l'ultima causa di divorzio e dalla cancellazione di un programma tv della CBS, The Crazy Ones, che doveva averlo come protagonista.

L'attore è stato visto vivo per l'ultima volta l'altro ieri alle 22.30 quando la moglie, che dormiva in una camera separata, lo ha salutato prima di andare a letto. La mattina dopo l'ufficio dello sceriffo, intorno a mezzogiorno ora locale, ha ricevuto una chiamata di emergenza secondo cui Williams aveva perso conoscenza e non respirava più. Ma quando gli agenti sono arrivati nella sua villa di Tiburon - nella baia di San Francisco - non dava segni di vita. Poco dopo i medici hanno firmato il certificato di morte.

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L'ultimo tweet di Robin Williams risale a 20 giorni fa: era un messaggio per il 25esimo compleanno della figlia Zelda. "Un quarto di secolo, ma sei sempre la mia piccolina", scriveva. Ora è lei a salutare il padre, tramite Twitter, con una frase tratta da Il piccolo Principe: "Ti voglio bene. Mi mancherai, cercherò di guardare in su. Z". Gli altri figli dell'attore scomparso sono Zachary, 31 anni, e Cody, 19.
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“È una perdita tragica e improvvisa”, ha detto Mara Buxbaum, presidente della società che curava le pubbliche relazioni dell’attore scomparso e che era anche una sua amica. “Aveva un grandissimo talento, era spiritoso, ma anche pieno di attenzione per il sociale”, ha commentato Larry King, uno dei più celebri conduttori televisivi americani, che lo aveva avuto ospite più volte nei suoi show.
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“Ricordo anche – ha continuato King, raggiunto dalla rete CNN – che Williams era molto vicino al suo collega Christopher Reeve e lo aveva aiutato nei momenti più difficili dopo la caduta da cavallo che lo aveva paralizzato. Certo, la depressione è una malattia crudele, a volte quasi incomprensibile: colpisce 20 milioni di americani, ma spesso – come nel caso dell’attore suicida, che all’apparenza aveva tutto nella vita – non permette di capire la profondità del dolore di una persona”.
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Uno dei primi a ricordarlo è stato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "Ci ha fatto ridere, ci ha fatto piangere, ha donato il suo incommensurabile talento a chi ne aveva più bisogno". E ancora: "La famiglia Obama esprime le proprie condoglianze alla famiglia di Robin", ricordando i numerosi ruoli ricoperti dall'attore, da "dottore a genio, da tata a presidente e tutto quello che c'è in mezzo. Era unico nel suo genere".

Sulla stella che gli è stata dedicata sulla Walk of Fame, a Los Angeles, molti fan si fermano e poggiano fiori in suo ricordo. "Era un tesoro nazionale e un'anima bella", dice l'attrice Glenn Close. "Era un comico-genio e le nostre risate erano il fragore che lo sosteneva. Non posso credere che se ne sia andato", mette in evidenza il regista Steven Spielberg.

Robin Williams era nato a Chicago il 21 luglio del 1951. Cresciuto in Michigan, a Bloomfield Hills, un sobborgo di Detroit, aveva frequentato la prestigiosa Juillard School di New York prima di affermarsi come comico e conquistare il piccolo schermo con la popolare serie Mork & Mindy, in cui interpretava un alieno umanoide arrivato sulla Terra dal pianeta Ork.

Da lì la sua ascesa verso le produzioni per il grande schermo, con quattro nomination all'Oscar e una statuetta vinta come migliore attore non protagonista nel 1998 con Will Hunting - Genio ribelle, in cui recitava accanto all'astro nascente Matt Damon. Sono molte le sue performance cinematografiche di successo: da Good Morning, Vietnam, in cui interpreta Adrian Cronauer, militare che lavora come deejay per la radio dell'esercito statunitense, a Risvegli, con Robert De Niro, passando per L'attimo fuggente e Mrs Doubtfire.

Nel 1978 Williams si sposa con Valerie Velardi. Un matrimonio contrastato che dura 10 anni, caratterizzato da un'aspra battaglia legale con la moglie che lo ha denunciato per averle trasmesso una malattia infettiva, l'herpes, in seguito a un tradimento. Williams si sposa una seconda volta, nel 1989, con Marsha Graces, la babysitter del bambino nato dal primo matrimonio: la coppia ha due figli ma anche questa volta l'unione finisce in divorzio. Williams va a nozze una terza volta con Susan Schneider, che sarà la sua ultima compagna.

Ma la sua vita è stata segnata anche da drammi e depressioni. Negli anni Ottanta, per lui un periodo di grande successo, inizia a fare uso di cocaina: un'abitudine che condivideva con l'amico John Belushi (era con lui la sera in cui morì per overdose). I due si erano incontrati solo qualche ora prima in un hotel a Hollywood insieme a De Niro, Jack Nicholson e Cathy Smith, la spacciatrice che ha iniettato a Belushi la dose fatale. Ma ci sono stati altri scandali a causa dei quali ha rinviato, in più occasioni, appunatmenti di lavoro e che lo hanno spinto a sottoporsi a un intervento chirurgico all'aorta. Fino al tragico epilogo della morte nella villa di Tiburon.
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