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Poletti: "Meglio laurearsi con voti bassi ma prima: troppo tardi al lavoro"

La ricetta del ministro del Lavoro di fronte ai ritardi dell'entrata dei giovani nel mercato. E i dati confermano: solo uno su tre ottiene il titolo in meno di 5 anni (quando il limite sarebbe comunque tre)

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MEGLIO laurearsi prima con un voto più basso che dopo con 110 e lode. E' questo il pensiero del ministero del Lavoro Giuliano Poletti intervenuto a Job&Orienta, la mostra convegno nazionale su orientamento, scuola, formazione e lavoro a Verona.

Poletti è stato per la verità ancora più esplicito: "Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21. Così  -  ha aggiunto il ministro  -  un giovane dimostra che in tre anni ha bruciato tutto e voleva arrivare". Mentre nel nostro paese, ha spiegato Poletti, "abbiamo un problema gigantesco: è il tempo. I nostri giovani arrivano al mercato del lavoro in gravissimo ritardo. Quasi tutti quelli che incontro mi dicono che si trovano a competere con ragazzi di altre nazioni che hanno sei anni meno di loro e fare la gara con chi ha sei anni di tempo in più diventa durissimo".

Gli studenti che girano "in tondo per prendere mezzo voto in più buttano via del tempo che vale molto molto di più di quel mezzo voto". "Noi in Italia  -  ha concluso  -  abbiamo in testa il voto, che non serve a niente, bisogna che rovesciamo radicalmente questo criterio, ci vuole un cambio di cultura".

In Italia, in effetti, i percorsi universitari durano parecchio di più di quanto prescritto dai singoli corsi di studio. I dati ufficiali del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca mettono in evidenza che soltanto un terzo  -  il 34,5 per cento  -  dei laureati nei percorsi triennali del 2013/2014 è riuscito a conquistare il titolo entro i 23 anni.

E basta fare due conti per comprendere che, entrando all'università a 18 o 19 anni, anche sotto i 23 dall'immatricolazione anni sono passati almeno 4 o 5 anni. Un altro terzo  -  il 33,8 per cento  -  di giovani italiani si laurea tra i 23 e i 24 anni e uno studente su tre consegue la laurea triennale oltre i 25 anni. Addirittura 18 studenti universitari su cento per ottenere la laurea breve impiegano oltre otto anni.

Le lauree a ciclo unico  -  della durata di 5 o sei anni per Medicina  -  costano a studenti e famiglie parecchi anni di studio in più: solo un ragazzo su quattro riesce a laurearsi tra i 23 e i 24 anni. Quattro studenti su cento arrivano al traguardo dopo sei o otto anni  -  tra i 25 e i 26 anni  -  e più di un quarto a 27 anni e più.

Numeri simili per le lauree specialistiche  -  biennali  -  che assieme alle triennali dovrebbero completare l'intero corso di studi universitario: 40 ragazzi su cento la conseguono tra i 25 e i 26 anni e 35 su cento oltre i 27 anni.

L'uscita in ritardo dall'università dipende essenzialmente da tre fattori: i percorsi scolastici italiani che in parecchie nazioni europee durano un anno in meno, le scelte universitarie sbagliate che inducono gli studenti e perdere preziosi anni in cambi di facoltà e i corsi universitari che, in alcuni casi, si trasformano in veri e propri percorsi ad ostacoli irti di bocciature e esami ripetuti.
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