Politica

Mafia, il ddl sul voto di scambio è legge

Bagarre grillina al Senato, Grasso espelle due del M5S. Poi l'ok definitivo: 191 sì, 32 no e 18 astenuti. Il Pd: "Vincono trasparenza e legalità". Il presidente anticorruzione: "Molto bene". L'associazione Libera di Don Ciotti: "Una buona notizia"

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ROMA - L'Aula del Senato ha approvato in quarta lettura, tra molte polemiche, il ddl contro il voto di scambio politico mafioso che ora diventa legge. E' passato con 191 sì, 32 no e 18 astenuti. Secondo la nuova legge, in vigore da subito e quindi anche per le elezioni europee del prossimo 25 maggio, non servirà più necessariamente lo scambio di denaro per punire penalmente il voto di scambio politico-mafioso, ma anche "altre utilità" che presuppongono accordi tra politici e organizzazioni mafiose. Il reato, dunque, sarà allargato anche ad altro tipo di legami e favori, non solo dietro pagamento di denaro.
Le proteste del M5S. Durante le dichiarazioni di voto sul ddl c'è stata molta tensione a palazzo Madama. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha richiamato e poi espulso i senatori M5S Alberto Airola e Vincenzo Santangelo perché urlavano a più non posso dai banchi contro i relatori degli altri gruppi che stavano intervenendo a difesa del provvedimento. Dai banchi M5S sono arrivate anche altre proteste e urla che hanno indotto Grasso a ricordare perentoriamente che "in quest'aula l'ordine lo tengo io", "se io dico di tacere, lei deve tacere" e che "in quest'aula devono poter parlare anche gli altri, così come ieri avete parlato voi".
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La bagarre. La seduta era stata precedentemente sospesa, durante le dichiarazioni di voto sulla riforma del 416 ter, a causa di altre proteste grilline in aula soprattutto contro le pene previste dal ddl, secondo il M5S troppo basse. I senatori del Movimento hanno esposto cartelli con i volti di Giorgio Napolitano e di Silvio Berlusconi, per contestare il fatto che "si sono incontrati". I grillini hanno continuato a esporre decine di cartelli con un fotomontaggio che ritrae un volto composto da Berlusconi e Renzi, bollati come "padrini" della mafia. Immediata la risposta dei senatori Dem che hanno gridato da banchi: "Buffoni! Buffoni!". Durante l'ultima dichiarazione di voto, il senatore Pd Mirabelli ha esortato i colleghi: "Non si fa campagna elettorale sulla mafia". La deputata Alessia Morani su Twitter ha definito vergognoso il comportamento del M5S.
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Don Ciotti: "La legge colpisce al cuore il voto di scambio". "L'approvazione al Senato della modifica del 416ter contiene una buona notizia", ha commentato l'associazione Libera del prete antimafia Don Ciotti. "e cioè l'inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole 'altra utilita', che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all'erogazione di denaro. Grazie a queste due parole si potrà contrastare in maniera più efficace il 'mercato dei voti', venduti e comprati in cambio di favori". Così una nota dell'associazione Libera di Don Ciotti, che ha però allo stesso tempo criticato l'abbassamento delle pene approvate oggi. Libera aveva anche lanciato una campagna a tema "Riparte il futuro" (www.riparteilfuturo.it) a favore della dicitura "altre utilità" e più in generale contro la corruzione alla vigilia delle elezioni europee.

LA NUOVA LEGGE - LA SCHEDA

Tra le novità della legge: l'eliminazione del termine "qualsiasi" riferito alle "altre utilità" che sono sanzionabili; la cancellazione della punibilità della "disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione" mafiosa; la riduzione delle pene dalla forchetta di un minimo di 7 a un massimo di 12 anni di reclusione a quella di un minimo di quattro a un massimo di dieci anni.

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