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Carol Rama, spunta il testamento segreto nella casa-museo

Il documento deciderà sulla successione ereditaria dopo la scomparsa della pittrice che ha regalato molte delle mille opere prodotte

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Un testamento, ancora misterioso, lasciato da Carol Rama nel 1998 nella sua casa di via Napione. E una successione ereditaria che, se quel documento fosse valido, potrebbe toccare le persone più importanti nella vita dell'artista. Carol Rama ha dipinto fino al 2005. Nata nel 1918, ha cominciato con i primi acquerelli a vent'anni, ed è pensabile che esistano almeno mille sue opere, dai piccoli foglietti con i quali ringraziava o omaggiava generosamente gli amici, dagli ospiti di una serata ai medici che la curavano nonostante il suo disinteresse per la salute, alle grandi tele fabbricate con la gomma. E le quotazioni sono già salite anche negli ultimi anni, alla vigilia della morte dell'artista, da quando due anni fa si è iniziato a lavorare alla mostra, esposta a Barcellona, ora a Parigi e nei mesi successivi a Helsinki, Dublino e Torino, curata da Anne Dressen. Si parte dai 5.000 euro per un piccolo disegno e si arriva fino ai 250.000 delle opere più grandi, che ormai sono già entrate in diversi musei internazionali e collezioni private. Solo una quarantina di opere sono rimaste di proprietà della pittrice, insieme ai molti reperti della sua casa-studio, compreso il lenzuolo sul quale fece imprimere la pianta dei piedi a molti artisti ospiti. E nella casa, diventata una sorta di rifugio-museo, sono custodite diverse opere di Man Ray, grande amico di Carol, oggetti d'arte primitiva della collezione di Carlo Monzino, le polaroid che la ritraggono insieme allo stesso Man Ray e a Andy Wharol, un bracciale d'avorio ricevuto da Ray che lo aveva a sua volta avuto da Paul Éluard, le foto con Liza Minelli o Pier Paolo Pasolini.

Carol Rama era dal 2006 sotto la custodia di un tutore, l'avvocato Michele Carpano, al quale era stata affidata dal giudice, che nell'occasione aveva anche sentito uno dei suoi due cugini, quello rimasto in Italia. Oltre all'attenta custodia legale, c'erano le amicizie personali e artistiche più attente, tra le quali quella della critica d'arte Cristina Mundici, che già da un anno lavora a un catalogo ragionato dell'opera: "Penso che ce ne vorranno altri due per completare l'impresa".

Ma intanto la generosità e l'indifferenza di Carol Rama ai temi del mercato sono noti a tutti. Era in grado di regalare decine e decine di opere agli amici del momento. Dal 1990 in poi, basandosi su un'idea di Paolo Fossati, Carol Rama produsse anche moltissime incisioni e diverse opere uniche sollecitate dagli amici, e spesso dipinte su fogli già disegnati, come gli studi di macchinari. Che ora sono diventate un piccolo tesoretto per chi le abbia conservate. Ma agli amici e ai critici più vicini come la Mundici interessa soprattutto che l'opera e il personaggio di Carol Rama possano essere tramandati, anche attraverso l'idea di un piccolo museo nella sua casa, dove l'artista aveva, per altro, sempre vissuto in affitto. Una casa-rifugio, si diceva, colma di ogni ricordo e di ogni oggetto personale, delle tante cose che normalmente non si mostrano, proprio come accadeva in molte delle sue opere, comprese quelle confezionate con denti veri e siringhe. "Carolrama Coralrama Claromara Arolcarma Coralroma Ormalacra Carmarola... Carolrama. Femme de sept visages vue par Man Ray" potrebbe dunque avere un suo spazio intimo di memoria, in attesa che la grande mostra internazionale a lei dedicata arrivi a Torino. "Sono troppo incazzata di essere stata scoperta a 80 anni!" usava dire dopo la prima grande mostra allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Sarà il testamento, comunque, a ricordare gli affetti di una donna geniale e trasgressiva.