Palermo

Il vescovo: “Mai più processioni nella strada dei Riina a Corleone"

Il verdetto di monsignor Pennisi, capo dell'arcidiocesi di Monreale, dopo il caso della sosta della “vara” davanti a casa del capo di Cosa nostra. Conclusa l’indagine avviata dalla Curia: “La fermata è stata inopportuna”

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"Quella fermata della processione davanti a casa Riina è stata inopportuna", dice l’arcivescovo Michele Pennisi. L’inchiesta interna della diocesi di Monreale, avviata dopo il rapporto di polizia e carabinieri alla magistratura, è stata velocissima. Ecco il verdetto: «Nessuna processione passerà mai più da via Scorsone, dove abitano i Riina e i Bagarella. È la nostra presa di distanza — tiene a precisare il presule di Monreale — E d’ora in poi anche a Corleone, così come si fa a Monreale, le fermate delle processioni dovranno essere concordate con le forze dell’ordine».

Nei giorni scorsi, il comitato direttivo della confraternita di San Giovanni Evangelista si è dimesso, per difendersi al meglio, per tentare anche di preservare l’antica confraternita dalle polemiche. "Nelle audizioni, i confrati sostengono che quella fermata in via Scorsone è stata casuale, perché la strada era stretta e la folla era tanta — spiega l’arcivescovo — ma su questa vicenda non ci possono essere equivoci, di fronte al fenomeno mafioso le parole e i gesti della Chiesa devono essere chiari, anzi di più: chiarissimi. Nei prossimi giorni nominerò un commissario per la confraternita".

Gli ispettori nominati da Pennisi avevano chiesto una relazione alle forze dell’ordine su quanto accaduto la settimana scorsa, ma al momento il rapporto di polizia e carabinieri (che segnalava anche la presenza della moglie di Riina e delle sue sorelle in via Scorsone) resta coperto dal segreto istruttorio, è infatti alla valutazione della procura di Termini Imerese e della Direzione distrettuale antimafia. "Abbiamo comunque fatto un’istruttoria approfondita", conferma l’arcivescovo di Monreale. "E una certezza si è raggiunta: quella fermata davanti a casa Riina c’è stata, ed era meglio non farla".