Bari

Referendum, Emiliano ai 5mila No triv a Bari: "Non siamo servi dei petrolieri". Sisto (FI) sul palco

L'abbraccio fra Michele Emiliano e Maurizio Landini 
Pesanti attacchi al governo Renzi da parte sia del governatore sia di Landini. Il numero uno della Fiom: "Trovo inaccettabile che il capo del nostro governo inviti la gente a non andare a votare"
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“Siamo scesi qui in piazza e abbiamo fatto questa manifestazione totalmente autofinanziata, l’abbiamo fatta con i nostri soldi. Qui non ci sono danari pubblici, non ci sono sponsor, non ci sono petrolieri che ci finanziano interessi e che ci guidano. Qui c’è la libertà che esplode davanti a questo teatro, simbolo della cultura e della città di Bari”. Michele Emiliano scalda così, con la voce rotta dall'emozione, i cinquemila in piazza Alberto Sordi, gremita fin dal pomeriggio per la manifestazione “SiAmo il mare”, contro le trivelle in Adriatico e per promuovere il 'sì' al referendum del 17 aprile sulla durata delle concessioni dei giacimenti petroliferi.

Il presidente della Regione che non ha risparmiato attacchi pesanti contro il governo: “Nove Regioni per la prima volta nella storia d’Italia hanno chiesto un referendum nei confronti di leggi che ritenevamo ingiuste, che avrebbero consentito, per stare soltanto alla Puglia, 11 autorizzazioni davanti alle nostre coste, a Santa Maria di Leuca, a Polignano, a Monopoli, alle Tremiti in luoghi meravigliosi, preziosissimi non solo per la bellezza ma per l’economia”. Più di cinquemila, secondo gli organizzatori, le persone che si raccolgono in piazza per ascoltare l’intervento del governatore. Un evento organizzato in gran fretta da sindacati e comitati e realizzato con una spesa di poco più di 5mila euro, metà dei quali messi a disposizione proprio dalla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici. Il resto è venuto dai consiglieri regionali che si sono autotassati e da contributi di associazioni, comitati e semplici cittadini. “Tutti hanno fatto qualcosa per contribuire a realizzare questa manifestazione – conferma Domenico De Santis, consigliere del governatore – anche gli artisti che hanno deciso di partecipare gratuitamente”. Tanti i volti noti che si sono avvicendati sul palco: da Davide Vergassola al conduttore Antonio Stornaiolo, dall’Orchestra popolare Notte della Taranta ai Bari Jungle Brothers e i Cantori di Carpino, Davide Ceddia, Chop Chop Band, per dirne alcuni, oltre alla diretta streaming di Albano Carrisi e Riccardo Scamarcio.

Tanti anche i contributi video, come quelli di Emma, Pinuccio, Luca Zingaretti, Ficarra e Picone, Sud Sound System, Eugenio Finardi. Sul palco anche rappresentanti del mondo politico di vari schieramenti (fa la sua comparsa sul palco pure anche Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia), istituzionale, sindacale e della società civile, dirigenti di Legambiente, di Wwf Italia e i rappresentanti del coordinamento nazionale No Triv che hanno promosso i vari quesiti referendari. Una sola bandiera politica in piazza al momento dell'intervento di Emiliano, quella dei giovani democratici pugliesi, a cui si aggiungevano quelle dei tanti movimenti ambientalisti, associazioni e comitati.

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Ma se è stato duro l’intervento di Emiliano contro il governo, lo è stato altrettanto anche quello di Maurizio Landini. Il segretario della Fiom Cgil è salito sul palco barese qualche ora prima per rinnovare i motivi per votare Sì all’appuntamento del referendum: “Trovo inaccettabile – ha sostenuto Landini, alle prese con ripetuti attacchi di tosse durante il suo intervento – che il capo del governo che ha giurato sulla Costituzione inviti la gente a non andare a votare. È una cosa gravissima”.

Diversi anche i riferimenti diretti anche contro lo stesso Matteo Renzi: “Uno che è stato eletto dal parlamento , ma non dal popolo, che non ha mai chiesto al popolo nulla, e che nel momento in cui i cittadini possono scegliere su cose importanti li invita a non votare, a me sembra uno che sta mettendo a rischio la tenuta democratica del Paese”.
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