Economia

Lapo Elkann: "Torno all'auto dopo dieci anni con più umiltà"

Presentata la nuova sede di Garage Italia Customs, un binomio tra motori e cucina: "In questo lungo periodo ho dovuto ricostruirmi e recuperare credibilità"

2 minuti di lettura
MILANO. Lapo torna all'auto. Inaugura a Milano Garage Italia recuperando una vecchia officina alle spalle di un distributore dell'antica "Supercortemaggiore ". Bisogna averne di anni per ricordare quell'epoca anche architettonicamente pionieristica nell'Italia del boom degli anni Sessanta. "Un periodo d'oro, lavoriamo perché ritorni ". Autunno 2005, autunno 2015. Dieci anni dalla foto famosa nel bagagliaio della Grande Punto. Dieci anni dal giorno della caduta, le immagini all'ospedale di Torino. Dieci anni per riprendersi.

Lapo, le risurrezioni delle persone sono come quelle delle aziende?
"Ci sono dei tratti in comune. I più importanti sono l'umiltà e l'entusiasmo. Poi ci vogliono le persone che fanno squadra e credono in te e nella tua idea. In questi dieci anni ho dovuto ricostruirmi e recuperare credibilità".

In questi dieci anni è tornato, ha messo in piedi un'azienda di occhiali, Italian independent. L'auto l'aveva dimenticata?
"L'auto non l'ho mai dimenticata. E' sempre stata la mia passione. L'ho seguita da dietro le quinte, non sul palcoscenico, ma sono contento di aver collaborato, di aver dato una mano anche così".

Anche il lancio della 500, nel 2007, l'ha visto dietro le quinte. Era una sua intuizione. Com'è stato?
"E' stato importante. E' proprio stando dietro le quinte che impari l'umiltà, è lì, quando non sei tu a comparire, che cominci a vivere come un uomo e non come un bambino".

Ora nasce Garage Italia Customer. Perché ripartire da un vecchio distributore di benzina degli anni Sessanta?
"Perché in questa officina c'è il coraggio di uno stile architettonico che ricorda la rinascita italiana del dopoguerra, L'Italia è al centro delle mie iniziative imprenditoriali. Lo è con Italian independent, che a maggio potrebbe andare in Borsa, lo sarà con Garage Italia Customer. Avremmo potuto partire dall'America, dove ci sono più possibilità di crescere in fretta ma abbiamo scelto di partire da qui".

Qual è il valore del made in Italy oggi?
"Un valore immenso. Per questo progetto ho voluto tutti collaboratori italiani. Ho incontrato un grande architetto come Michele De Lucchi, un grande cuoco come Carlo Cracco. Qui nascerà un tailor made, un'officina per personalizzare gli interni di auto, barche, aerei, elicotteri".

Un'eco del taylor made Ferrari?
"Con Carlo Borromeo al tailor made Ferrari ho imparato tanto. Da lì è nato certamente lo stimolo. Ora proviamo a fare un passo in più e proponiamo la personalizzazione sulle vetture di ogni costruttore. Ho avuto la fortuna fin da bambino di osservare come mio nonno personalizzava le auto. Per questo ho portato qui una delle sue Ferrari, la Db512. Insieme al tailor made c'è la cucina Made in Italy di Cracco. In modo che da noi possa entrare non solo chi può permettersi di personalizzare l'auto ma anche chi viene al ristorante e partecipa al sogno italiano. Abbiamo proposte di apertura a Miami e in Asia. Ci arriveremo con calma. Un'altra lezione che ho imparato è che non bisogna avere fretta".

Dunque gli Agnelli non lasciano l'Italia?
"Non tocca a me commentare voci fantasiose sulle scelte della mia famiglia. In questi anni mio fratello John e Marchionne hanno creato valore e hanno tutelato gli insediamenti italiani del gruppo. Io faccio la mia parte. Credo nell'Italia e nella sua possibilità di riprendersi. E penso che il nostro giovane premier sia sulla strada giusta per riuscirci".