Bologna

Bologna balla coi lupi: il branco arriva sui colli

Una famiglia intera si è spinta fino alle case e i residenti sono preoccupati. L'esperto: "Non fanno male all'uomo"

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BOLOGNA - Quello di “Balla coi lupi” si chiamava “Due calzini”, ma qui di calzini ce ne sono almeno sei. Sono arrivati i lupi in via dei Colli, a cinque minuti da via San Mamolo, nella terrazza chic di Bologna. Qualcuno più grande, altri più piccoli che sembrano cuccioli. Una famiglia intera, di almeno quattro cinque esemplari, dicono i residenti, negli ultimi giorni si è spinta fino alle case. Magri, coi musi affilati e il manto grigio: si vedono anche in pieno giorno, si affacciano nei giardini delle ville, sbucano tra i motorini sulle strade asfaltate, per poi tornare subito a rintanarsi nel bosco. Bellissimi da guardare, meno rassicuranti quando si spingono a pochi metri dal salotto di casa.
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"Ne ho visto uno l'altra sera". "Li abbiamo visti nel giardino una settimana fa – racconta Silvia Urbini –, poi l’altra sera sono passati davanti alla porta a vetri, mentre eravamo in casa con amici. E la notte ululano. L’altra sera mio figlio è tornato a casa tardi, non trovava le chiavi e se ne è trovato davanti tre, uno che ringhiava. Non è per far dell’allarmismo, di sicuro saranno inoffensivi, però è giusto che tutti sappiano come comportarsi". Sottoscrive una vicina, Chiara Tebano: "Ne ho visto uno l’altra sera, l’ho illuminato coi fari mentre tornavo a casa in macchina. Ho detto a mio marito: quello è un lupo".
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"Ma è una bella notizia". Di che razza siano quegli animali che scorazzano lassù lo sa bene Michele Arena, il pastore di Villa Ghigi, che porta sempre il suo gregge lì vicino, in via di Gaibola: "Certo che ci sono i lupi – sorride – e ultimamente vanno anche più vicino alle case. A me hanno mangiato due pecore, di cui una gravida, un anno fa. Adesso però la notte le chiudo in un recinto e ho preso un pastore maremmano a fare la guardia, quindi sono tranquillo. I lupi non entrano mai in un luogo chiuso, al massimo sono le pecore che scappano per paura, e si fanno divorare". Più dei lupi, comunque, lo spaventano gli “ibridi”, gli incroci tra cane e lupo: "Sono più aggressivi". Di quelli però a Bologna ce ne sono pochissimi: almeno così assicura Lorenzo Minganti, consigliere della città metropolitana con delega alla caccia. Quanto ai lupi di via dei Colli, Minganti ne è entusiasta. "Bisogna vedere se sono veramente lupi – si illumina -, comunque è possibile e in generale è un’ottima notizia. I lupi non fanno male all’uomo, è solo un vecchio luogo comune, e il fatto che ultimamente si stiano ripopolando nella prima collina bolognese vuol dire che sta aumentando la biodiversità. Ma il messaggio da trasmettere ai residenti è soprattutto che non c’è da preoccuparsi: l’ultima volta che un uomo in Italia fu aggredito da un lupo risale al 1600".

"Non fanno male all'uomo". Anche la Guardia Forestale ormai ha fatto l’abitudine alle telefonate dei residenti. Al centralino del 1515 risponde un "appassionato di lupi", che spiega: "Sì, ci chiamano in molti per chiedere come comportarsi davanti a un lupo, ma basta osservare le precauzioni che si rispettano di solito con gli animali selvatici: non si avvicinano all’uomo, sono animali schivi, noi se i lupi sono in libertà e in buona salute non interveniamo". Ad occuparsi dei lupi bolognesi è soprattutto il servizio tutela fauna della città metropolitana: li conta, li monitora attraverso foto-trappole, ne ascolta gli ululati, studia gli escrementi per controllare se sono lupi o ibridi. "Ad oggi sui colli bolognesi di lupi ce ne sono novanta", spiega Minganti. A inizio 2014 in commissione provinciale, durante una colorita seduta che si concluse coi consiglieri ululanti, a imitare il suono del richiamo usato nei boschi, il dirigente del servizio faunistico della Provincia Lorenzo Rigacci stimava che i lupi sarebbero arrivati a cento esemplari entro la fine del 2015. "Dalle quattro famiglie del 2001 arriveremo a 18 tra un paio d’anni - ipotizzava -, quindi avremo cento individui e arriveremo alla saturazione della montagna bolognese, dal momento che ogni famiglia ha un territorio di 120-150 chilometri quadrati". Chissà se la famiglia in via Dei Colli è già in elenco.