Esteri

Mohamed Ali Aroui: "Su Touil abbiamo prove certe, lo incastrano i complici nelle intercettazioni"

Il portavoce e braccio destro del ministro, volto notissimo della Tunisia: "L'arrestato a Milano si trovava in Tunisia all’inizio di febbraio. Ha avuto un ruolo importante nella logistica dell’assalto. Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui e di un altro marocchino, che è ancora è ricercato"

2 minuti di lettura
TUNISI - Dietro i cavalli di frisia e i rotoli di filo spinato che proteggono i cubotti di cemento del ministero degli Interni, Mohamed Ali Aroui  -  portavoce e braccio destro del ministro, volto notissimo del Paese  -  è assolutamente certo della colpevolezza di Abdel Majid Touil. Non è il solo, a Tunisi, anzi: difficilmente troverete qualcuno informato dei fatti disposto a credere che il giovane marocchino arrestato in Italia sia innocente. Uno scambio di persona? Un errore grossolano? Gli inquirenti tunisini lo escludono, ma lo fanno anche i cronisti di lungo corso e gli spiccia faccende del ministero degli Interni di avenue Habib Bourguiba: nessuno scommetterebbe un dinaro che Touil sia estraneo all'attentato al Bardo. Certamente non Aroui, che prima di essere il portavoce del ministro era il più famoso investigatore tunisino, ex punta di diamante della squadra investigativa speciale della polizia di Tunisi.

Ci spiega per favore come fate a essere così sicuri che il giovane Touil sia connesso all'attentato al museo Bardo?
"Ne siamo certi perché abbiamo un'infinità di prove".

Come avete fatto a scoprirlo? Intercettazioni telefoniche? Ambientali? Video? Impronte?
"Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui e dell'altro marocchino. I marocchini erano in due, uno è lui e l'abbiamo arrestato, l'altro è ricercato".

Potrebbe essere anche lui in Italia?
"È ricercato".

E secondo voi Touil quando si sarebbe trovato a Tunisi? È marocchino, e sappiamo che ha raggiunto l'Italia a bordo di un barcone partendo dalla Libia, non dalla Tunisia...
"Touil si trovava con sicurezza a Tunisi dall'inizio di febbraio, e ha lasciato la Tunisia per andare in Libia, da dove poi è salito sul barcone che lo ha portato in Italia".

(Un'altra fonte del ministero degli Interni, questa volta però anonima, ha precisato ieri all'agenzia Reuters che Touil sarebbe arrivato in Tunisia in aereo, atterrando il 2 febbraio da un volo proveniente dal Marocco, per poi sgattaiolare illegalmente in Libia).

Quale ruolo ha avuto esattamente Touil nella vicenda del Bardo, a quanto vi risulta?
"Un ruolo importante relativo alla logistica, al momento non posso dire di più".

Una partecipazione solo indiretta, quindi?
"Sì, una rilevante partecipazione indiretta".

Bene, ma in questo modo noi al massimo possiamo sapere che un ragazzo che gli altri arrestati ritengono si chiamasse Touil ha avuto un ruolo nell'organizzazione dell'attentato. Ma come facciamo a essere certi che è proprio lui? E non qualcuno che gli somigli, o che avesse il suo documento o lo stesso nome?
"L'identificazione esatta ce la conferma l'autorità italiana".

Scusi, lui è stato identificato come il vero Abdel Majid Touil, ma come fate a essere certi che si tratti della stessa persona di cui hanno parlato gli incarcerati?
"Abbiamo prove certe che lo dimostrano".

Quali prove? Avete mostrato loro le foto di Touil?
"Certo, ci sono i riconoscimenti fotografici da parte degli altri terroristi, ma non solo quelli. Abbiamo diverse altre prove, sia di carattere tecnico che investigativo".

Quali, esattamente?
"Ovviamente non glielo dico".

Dite di avere prove certe, ma gli inquirenti italiani affermano che non avete mostrato loro proprio nulla. Perché?
"No, mi spiace, su questo argomento non posso dire assolutamente nulla".

Accusate Touil di avere fornito le armi per l'assalto al museo, ma il ragazzo arrestato in Italia non è certo un ricco trafficante d'armi...
"Anche su questo purtroppo non posso dire nulla".

Lei ha una lunga esperienza: le prove che avete raccolto basteranno a dimostrare che il ragazzo che si trova in carcere in Italia ha partecipato all'organizzazione del massacro del Bardo?
"Assolutamente sì, certo. Abbiamo tutte le prove che servono".