Esteri

Siria, bombe su ospedali e scuole. Onu: 50 morti. Turchia: colpa dei russi. Damasco: jet americani. Usa: è stato Assad

Colpite cinque strutture sanitarie, tra cui una clinica di Msf. Mosca:"Attacchi contro terroristi continueranno anche con cessate il fuoco". Ankara nega invio truppe turche vicino Aleppo: "Non vi è alcun pensiero di inviare truppe". Visita a sorpresa dell'inviato Onu De Mistura a Damasco

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ROMA - E' salito ad almeno 50 morti il bilancio provvisorio di raid aerei su due scuole e cinque ospedali nel nord della Siria. Lo ha annunciato il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che "è profondamente preoccupato dalle notizie di attacchi missilitici su almeno cinque strutture mediche e due scuole tra Aleppo e Idlib, che hanno ucciso quasi 50 civili, inclusi bambini", ha riferito Farhan Haq. Ban ki-moon, ha aggiunto il portavoce, considera simili attacchi aerei "palesi violazioni delle leggi internazionali".

Tra gli ospedali colpiti, anche una struttura di Medici senza Frontiere (Msf) a Maarrat al Numan, nella di Idlib, in Siria, a 280 chilometri a nord di Damasco. Secondo la stessa organizzazione, la clinica è stata colpita da quattro missili a distanza di qualche minuto uno dall'altro. Secondo Msf, i morti accertati sono cinque pazienti, un membro del personale e una guardia. Gli otto che si ritengono morti sono tutti membri del personale medico e paramedico. Ci sono ancora diversi pazienti dispersi, anche se non se ne conosce il numero preciso. Tra le vittime c'è anche un bambino. “Sembra essere un attacco deliberato contro la struttura sanitaria e lo condanniamo con la maggior forza possibile” ha detto Massimiliano Rebaudengo, capo missione di Msf. “La distruzione di questo ospedale lascia una popolazione di circa 40.000 persone senza accesso ai servizi sanitari in una zona in pieno conflitto".

A Damasco è arrivato in serata, a sorpresa, l'inviato di pace delle Nazioni Unite Staffan De Mistura, mentre prosegue lo sforzo delle potenze mondiali per arrivare a un cessate il fuoco. Lo ha riferito una fonte governativa, a condizione dell'anonimato. De Mistura, secondo la fonte, dovrebbe incontrare il giorno successivo al suo arrivo il ministro degli Esteri, Walid al Muallem. "Sono a Damasco per assicurarmi che i convogli umanitari partano come previsto dagli accordi di Monaco" ha dichiarato De Mistura all'Ansa. Ieri De Mistura aveva annunciato che i primi convogli umanitari sarebbero dovuti partire verso le città e i villaggi assediati in Siria entro martedì o mercoledì.

Scambio di accuse. Sarebbe stato un missile balistico russo a colpire l'ospedale e la scuola, ha detto il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, parlando durante la sua visita in Ucraina. Secondo Davutoglu, Mosca e le milizie curde Ypg hanno chiuso il confine umanitario a nord di Aleppo e l'obiettivo di Mosca è quello di abbandonare la comunità internazionale con solo due opzioni: o il presidente Bashar Assad o lo Stato islamico. La Russia, per il premier turco, si comporta in Siria "come un'organizzazione terrorista, costringendo i civili a fuggire". Se continuerà, ha assicurato, "daremo una risposta estremamente decisiva".

A confermare, però, un coinvolgimento russo è stato anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha parlato di raid "verosimilmente russi". Mosca ha negato ogni accusa e, anzi, ha parlato di "un nuovo capitolo dell'esercizio di propaganda in corso". L'ambasciatore siriano in Russia, Riyad Haddad, sostiene che siano stati dei jet Usa a colpire una clinica di Medici senza Frontiere (Msf) nella provincia siriana di Idlib, e non "le forze aeree russe" che "non hanno nulla a che fare con questo". Lo riportano Interfax e Tass.

E gli Usa, a loro volta, attribuiscono i bombardamenti a Bashar al Assad. "Il fatto che il regime e i suoi supporter continuino questi attacchi, senza motivo e senza sufficiente riguardo per gli obblighi internazionali di preservare le vite civili, è uno schiaffo alle richieste unanimi da parte dell'International Syria Support Group, compresi quelli di Monaco, di evitare attacchi contro ci civili e pone dubbi sulla volontà e/o la capacità della Russia di aiutare a portare alla fine la continuata brutalità del regime di Assad contro il suo stesso popolo" ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby. Mentre il colonnello Steve Warren, portavoce delle operazioni americane contro l'Is, fa sapere che i raid odierni americani in Siria sono stati condotti su Raqqah e Hasakah, non nell'area degli ospedali colpiti.

Quanto accaduto oggi a Maarat al Numan, "è assolutamente inaccettabile", ha detto in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Esteri, l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini.
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Re-Inchieste La guerra contro gli ospedali

Tornado tedeschi seguiti da caccia russi.  I Tornado tedeschi impegnati nelle missioni di ricognizione nei cieli siriani vengono regolarmente seguiti da aerei da caccia russi.
Lo rivela il Rheinische Post, citando il comandante del centro operazioni aeree della Bundeswehr, Joachim Wundrak, secondo il quale i russi vogliono in questo modo chiarire l'idea che i loro aerei "a differenza di quelli delle altre forze della coalizione anti-Is, sono lì su invito del legittimo governo siriano".

Ucciso volontario della Caritas. Nella città di Aleppo Caritas Internationalis riferisce che è stato ucciso un volontario di 22 anni di Caritas Siria, Elias Abiad. L'uccisione - riferisce Caritas in un tweet - risale al 13 febbraio. Già in passato in questo Paese sono stati uccisi altri volontari laici operatori della Chiesa locale nel campo umanitario.

La reazione turca. La Turchia "non permetterà la caduta di Azaz" nel nord della Siria nelle mani delle milizie curdo-siriane dell'Ypg, ha detto Davutoglu. L'avanzata delle milizie curdo-arabe nel nord della Siria preoccupa la Turchia, che da tre giorni ne bombarda le postazioni nella cittadina nella provincia di Aleppo. "Elementi dell'Ypg sono stati allontanati dall'area intorno ad Azaz. Se si avvicineranno di nuovo affronteranno la più dura reazione" della Turchia, ha assicurato Davutoglu. E per il terzo giorno consecutivo l'artiglieria turca sta bombardando postazioni curde, ha confermato il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, Tanju Bilgic: "Come effetto del fuoco di artiglieria e degli attacchi dalla Siria verso il nostro Paese a partire da sabato, abbiamo agito secondo le nostre regole d'ingaggio. Sabato, domenica e oggi, abbiamo risposto nell'ambito delle nostre regole d'ingaggio" alle milizie curdo-siriane dell'Ypg.

Reptv Scuto: Mosca e Teheran non vogliono testimoni

Intanto, però, la Turchia smentisce che il suo esercito sia entrato nel territorio siriano, come denunciato ieri da Damasco. Lo ha detto stamani in Parlamento il ministro della Difesa di Ankara, Ismet Yilmaz. Ieri il ministero degli Esteri siriano aveva inviato al segretario generale dell'Onu e alla presidenza del Consiglio di sicurezza una lettera in cui accusava la Turchia di aver sconfinato con "12 pickup armati e circa 100 militari nei pressi del valico di Bab al-Salameh, vicino all'aerea di Azaz colpita dall'artiglieria di Ankara".

Russia: "Raid andranno avanti anche con cessate il fuoco". La Russia, comunque, non intende interrompere i raid aerei "contro i terroristi" anche nella provincia di Aleppo nonostante l'accordo di cessare il fuoco in Siria. Il vice ministro degli Esteri russo Gennadi Gatilov ha spiegato: "Noi combattiamo contro gruppi terroristici, Is, al Nusra e altri, legati ad al-Qaeda. I bombardamenti su obiettivi dei gruppi terroristici continueranno in ogni caso, anche se si arriverà a un accordo per il cessate il fuoco in Siria". "Il succo della questione sta nel fatto che il cessate il fuoco riguarderà coloro che sono davvero interessati all'avvio del processo di dialogo e non i terroristi", ha detto Gatilov, secondo il quale la Siria cadrebbe come Stato se il presidente Bashar Assad dovesse dimettersi oggi: "Se dovesse andare via adesso, la Siria collasserebbe come Stato. Sembra che anche gli americani la vedano così oggi".

Secondo la Gran Bretagna "sono i russi a poter far funzionare la cessazione delle ostilità, se vogliono, ridimensionando i bombardamenti e dirigendoli verso i veri terroristi invece che continuare a bombardare l'opposizione moderata. Ma se i russi pensano che l'opposizione moderata può deporre le armi mentre continuano a bombardarli, si sbagliano", ha dichiarato il ministro britannico, Philip Hammond.

Rapporti sempre più tesi. A rappresentare "un considerevole ostacolo" alla creazione di un fronte unico per la lotta al terrorismo in Siria potrebbero, però, essere i complicati rapporti di Mosca con la Turchia, ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Il bombardamento del territorio siriano da parte di Ankara, secondo il Cremlino, equivale a "un manifesto sostegno al terrorismo internazionale e alla violazione delle risoluzioni del consiglio di sicurezza dell'Onu". Per il ministero degli Esteri russo "la Turchia continua a favorire la penetrazione illegale di forze fresche jihadiste e mercenari armati in Siria".

Nato esclude truppe di terra. "Escludo per ora che la Nato invii truppe di terra in Siria": in un'intervista alla Bild il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che "tutti gli Stati della Nato sono pronti a combattere Is. Inoltre l'Alleanza supporta Tunisia, Giordania e Iraq nella costruzione di strutture militari". "Le dichiarazioni di Assad mostrano che non sarà facile portare le armi a tacere", afferma poi in un altro passaggio, a proposito delle intenzioni manifestate dal leader siriano, che ha detto di voler "recuperare tutto il Paese" all'indomani dell'accordo sulla cessazione delle ostilità. "Ma il comportamento di Assad dimostra anche che noi dobbiamo continuare a tentare - ha concluso Stoltenberg - altrimenti morti e violenza andranno avanti".

Corridoi umanitari. Spera che il Consiglio dei ministri degli esteri europei che si riunisce oggi a Bruxelles sia "l'occasione per un impegno comune dell'Europa a sostegno delle intese, sia pure parziali, che sono state raggiunte a Monaco sulla Siria" il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni. E "naturalmente - ha spiegato il ministro - il nostro auspicio è che i primi risultati di quelle intese, soprattutto per quanto riguarda l'apertura di corridoi umanitari, possano essere raggiunti già oggi con il via libera da parte del regime alle richieste avanzate" nel fine settimana.