Esteri

Giubileo, Papa chiede grande amnistia. E concede a tutti i preti facoltà di assolvere per l'aborto

Bergoglio invia un messaggio ai sacerdoti sull'interruzione volontaria di gravidanza. E apre ai Lefebvriani: anche loro potranno concedere l'indulgenza plenaria

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CITTA' DEL VATICANO - Da Papa Francesco un triplice messaggio per il Giubileo, che si aprirà l'8 dicembre. Uno riguarda la Chiesa e in particolare la facoltà dei sacerdoti di concedere il perdono in materia di aborto: "In occasione del prossimo Giubileo della Misericordia, papa Francesco ha deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l'Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono", scrive in una lettera a monsignor Rino Fisichella, presidente del pontificio
Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che è incaricato di promuovere le iniziative per il Giubileo. Già nell'intervista concessa nel 2013 a Civiltà cattolica  - considerato un manifesto del pontificato - Francesco aveva chiesto misericordia per le donne che hanno abortito. La facoltà di concedere il perdono - attualmente riservata solo ai vescovi e da questi delegata ai penitenzieri di alcune basiliche e alcuni santuari - in questo modo viene attribuita a tutti i preti del mondo, non solo ai missionari della misericordia.

Nella stessa lettera, un messaggio rivolto al recupero dei rapporti con i Lefebvriani. Papa Francesco ha deciso che non restino esclusi dall'indulgenza plenaria concessa in occasione dell'Anno Santo strordinario nemmeno "quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X". "Questo Anno giubilare della Misericordia - scrive - non esclude nessuno". E così, "mosso dall'esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione, quanti durante l'Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l'assoluzione dei loro peccati".
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L'altro messaggio di Bergoglio è rivolto implicitamente ai governi: "Il Giubileo ha sempre costituito l'opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell'ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto", scrive. Francesco inoltre assicura a tutti i carcerati la possibilità di ottenere l'indulgenza plenaria nelle loro celle.  "Ogni volta che passeranno per la porta della loro cappella - continua il Pontefice - rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà".

Padre Lombardi - direttore della Sala stampa vaticana - precisa comunque che il messaggio sull'amnistia è rivolto alla Chiesa e non si tratta di un appello di carattere giuridico alle autorità italiane. "Se volesse chiedere l'amnistia - ha detto padre Lombardi - lo farebbe con altre modalità". Parole che non hanno impedito ai politici italiani, da Salvini a Pannella, di commentare da fronti opposti l'appelllo di Bergoglio. Lombardi precisa anche che la decisione del Papa di estendere nell'Anno giubilare a tutti i sacerdoti la facoltà di perdonare l'aborto "vuole essere un segno di estensione della manifestazione di misericordia in termini più accessibili e disponibili da parte della Chiesa: non è un'attenuazione del senso di gravità del peccato. I sacerdoti che preparano la confessione devono far capire la gravità di questo crimine e aiutare a comprendere in un percorso di conversione. La decisione del Papa non vuole esse in alcun modo un minimizzare la gravità della cosa".

Nella lettera a Fisichella, il Papa fa anche riferimento a quanti - per diversi motivi - saranno impossibilitati a raggiungere la Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa". "Per loro - scrive - sarà possibile ottenere l'indulgenza giubilare anche partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria attraverso i vari mezzi di comunicazione". Le condizioni per ottenere l'indulgenza in generale restano le solite: partecipare alla messa, confessarsi, ricevere la comunione, recitare il credo e le preghiere secondo le intenzioni del papa. Oltre, ovviamente, ad attraversare la porta santa. Non solo quella di San Pietro. Perchè Bergoglio ha stabilito che in tutte le cattedrali, nei santuari e nelle chiese stabilite dal vescovo diocesano ci sia una porta santa.