Scienze

Nasce a Torino il nuovo inchiostro biocompatibile che difenderà il made in Italy

Si tratta di un prodotto stampabile a getto biocompatibile e a-tossico fatto di grafene e polianilina (una plastica conduttiva). Questa nuova tecnologia permetterà di creare delle confezioni alimentari con un sistema integrato di tracciabilità e anti-sofisticazione

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Le applicazioni del grafene sono davvero tante e nei prossimi anni i campi di utilizzo sono destinati ad ampliarsi verso nuovi settori, dall'energia alla telefonia mobile del futuro. Certo fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile immaginare che anche la salvaguardia del made in Italy potesse passare per un prodotto contenente grafene.

E' quello che hanno fatto Alessandro Chiolerio e il suo team di ricerca del laboratorio di Torino dell'Istituto Italiano di Tecnologia dando vita ad uno specialissimo inchiostro dalle qualità straordinarie: stampabile a getto, biocompatibile, biodegradabile ed a-tossico, nato dall'unione del grafene (materiale bidimensionale a base di carbonio) e della polianilina (una plastica conduttiva). I segreti della nuova "formula" sono contenuti in due nuovi brevetti depositati dall'IIT.

Questa tecnologia consente di realizzare un'elettronica stampabile dai molteplici utilizzi. Ma come può incidere questa nuova tecnologia sulla difesa del made in Italy? Il nuovo inchiostro, sviluppato con la start up Politronica Inkjet Printing, ha permesso di inglobare nel packaging dei prodotti una mini antenna per l'identificazione a radio frequenza (RFID) utilizzata nella tracciabilità degli alimenti.

Si tratta di un primo prototipo ora in fase di sviluppo per una industrializzazione a più ampio raggio di confezioni con un sistema integrato di tracciabilità e anti-sofisticazioni. Il nuovo packaging sarà in grado di salvaguardare a livello internazionale il made in Italy e porre un freno alle contraffazioni.

Ma questa non è l'unica applicazione possibile per il nuovo inchiostro. Si tratta di un prodotto valido sia per il settore aerospaziale (grazie alla sua resistenza a temperature relativamente alte, a vibrazioni, urti e cariche elettrostatiche) ai trasporti (nei supercapacitori, dei dispositivi elettrochimici che servono ad accumulare energia), dalle telecomunicazioni (negli oscillatori) all'elettronica di consumo (potrebbe sostituire il quarzo risonante degli orologi). Inoltre questa tecnologia si potrà integrare con oggetti di uso quotidiano quali tablet, smartphone, quotidiani, riviste, capi d'abbigliamento, solo per citarne alcuni.

La produzione del nuovo inchiostro potrebbe avere un importante impatto sullo sviluppo produttivo del Paese grazie alla creazione di nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico, con implicite ricadute occupazionali. Proprio per questo lo stesso Istituto Italiano di Tecnologia sottolinea che uno degli scopi della diffusione di queste nuove tecnologie nel tessuto produttivo è quello di dare un contributo al rilancio dello sviluppo del Paese in un periodo di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo. La scommessa è investire sulle nanomanifatture (la produzione che utilizza le nanotecnologie), la cui diffusione potrebbe costituire una rivoluzione di larga portata conducendo alla nascita di una nuova generazione di imprenditori e di tecnici, destinata a modificare l'attuale sistema produttivo e a creare mercati che oggi non esistono.