Spettacoli

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Addio a J.J. Cale, il chitarrista che cantò "Cocaine"

È morto a 74 anni il bluesman che scrisse la canzone resa celebre da Eric Clapton

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Alle volte basta una canzone per passare alla storia. E a J. J. Cale sarebbe bastato aver scritto Cocaine, portata al successo da Eric Clapton e entrata nella leggenda del rock blues. Ma John Weldon Cale, scomparso oggi all'età di settantaquattro anni, ha fatto molto di più di una semplice canzone, di un unico, per quanto indimenticabile, riff di chitarra. Cale è stato, senza alcun dubbio, uno dei grandi esponenti di un modo di far musica che oggi sembra obsoleto, dimenticato, fuori tempo, ed invece è stato non solo fondamentale nello sviluppo del rock moderno ma anche appassionato e originale. Cale ha mescolato, nei quattordici album che hanno segnato la sua carriera dal 1972 ad oggi, il blues, il rock e il jazz in maniera personale, sfuggendo dalle categorie ovvie e dagli stili consolidati, stabilendo invece uno stile personale che ha, a sua volta, influenzato altri musicisti, primi fra tutti Eric Clapton e Mark Knopfler.

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Anni Cinquanta.
I suoi esordi sono alla fine degli anni Cinquanta, quando il rock'n'roll aveva conquistato definitivamente la scena americana e il blues iniziava a varcare i confini della cultura afroamericana, ma fino agli anni Settanta Cale conosce poco successo. E' quando Eric Clapton incide un suo magnifico brano, After Midnight, che la sua vita artistica cambia, e il successo lo raggiunge. Tra il 1972 e il 1976 Cale realizza quattro album che servono a collocarlo tra gli esponenti di un suono nuovo, calmo, rilassato, "californiano" e bluesy, di grandissima eleganza formale, in forte contrasto con la musica elettrica e superamplificata dell'epoca. Cale è un personaggio riservato, non ama le luce della ribalta, non segue le mode e le tendenze, è e resta positivamente "provinciale" anche se le sue canzoni e la sua musica si muovono con leggerezza e intensità in quel solco raffinato che porta verso gli Steely Dan e che contribuisce sostanzialmente alla rinascita di Clapton e al successo dei "giovani" Dire Straits.Non è una star, dunque, e i suoi dischi non hanno mai scalato le classifiche di vendita, ma le sue canzoni, dalla già citata Cocaine, incisa e resa celebre da Clapton, a Call me the breeze, portata al successo dai Lynyrd Skynyrd, ai molti brani interpretati da artisti del calibro di Carlos Santana, Captain Beefheart, Waylon Jennings, Tom Petty e moltissimi altri, hanno spessissimo scalato le classifiche.

Blues bianco. Chitarrista elegantissimo e attento, capace di sottili sfumature più che di spettacolari equilibrismi, J. J. Cale ha attraversato la storia del rock blues, anticipandone spesso l'evoluzione, mantenendo salda la barra della creatività verso l'eleganza, l'originalità, il buon gusto, la solitudine. Se ci è concesso un paragone, solo apparentemente esagerato, è stato il Leonard Cohen del blues bianco, poeta, artista, sognatore, amante della musica e della chitarra, che ha prodotto musica memorabile e ha segnato la strada da percorrere per una intera generazione di musicisti che hanno amato il suo suono.